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Archivio per marzo, 2015

CAMMINAMICI …….il senso

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CAMMINAMICI …….il senso

La parola “CAMMINAMICI” è una parola composta dal verbo “camminare” , un’attività del corpo che fa parte della nostra vita quotidiana e che normalmente compiamo per muoverci e raggiungere luoghi e persone , un’attività che spesso compiamo a livello individuale e in maniera anche automatica , come un automatismo che non riteniamo debba invece costituire un’attività forse su cui riflettere e prendersi del tempo , anzi spesso si cammina velocemente perché questo è quello che succede ai nostri tempi , dove tutto viene svolto e “consumato” con velocità perché  sia efficiente e funzionale ai nostri obiettivi giornalieri in ambito lavorativo e a volte anche nell’ ambito delle relazioni  affettive e amicali. La seconda parola è “AMICI” evocando la parola “AMICIZIA” , anche qui bisogna intendersi perché per “amicizia” si fa riferimento  ad un sentimento affettivo e dell’anima , una relazione che nasce dalla conoscenza reale tra persone, una relazione che necessita di tempo , a volte di molto tempo per prendere forma e per consolidarsi . L’amicizia è un sentimento che necessita di “riti”, di incontri  e di frequentazione piuttosto assidua , perché  normalmente “ tra amici “ si condividono passioni, interessi tra i più svariati e si ha bisogno di parlarsi , di discutere , di scambio verbale per dirsi delle cose , per dirsi anche ciò su cui si è in disaccordo e che però per amicizia si tende poi ad accettare , senza giudizio. L’amicizia necessita di   “ascolto” partecipe ed empatico , necessita di grandi silenzi e soprattutto di attese un po’ come in  un amore . L’amicizia è un sentimento che necessita di cura , molta cura perché diversamente prende altre derive e altre definizioni , soprattutto può trasformarsi in triste e vile opportunismo o gelosia , o competitività o invidia e allora non si può più parlare di amicizia. L’amicizia si realizza in un contesto di libertà e di altruismo , dove ciò che conta è sempre che l’altro stia bene e non si senta solo in un qualche suo disagio esistenziale e quotidiano. Questo è un messaggio che mi sento di caldeggiare soprattutto per tutte quelle giovani ragazze e giovani ragazzi che spesso scambiano l’amicizia virtuale , quella del web che li collega anche a sconosciuti, con un concetto di amicizia che invece richiede un coinvolgimento della mente e del cuore, ma soprattutto di reciproca conoscenza in una dimensione spazio-temporale necessaria e imprescindibile. Questo spirito è quello che mi ha motivato e mi anima a voler che questo evento della  “CAMMINAMICI 2015”  non sia considerato erroneamente una semplice passeggiata  o un’iniziativa che possa essere , con superficialità , confusa con qualche competizione sportiva del tipo “dilettantistica e non competitiva”, perché in questo caso la mia proposta implica qualcosa di diverso, tra le numerose e diverse proposte, a cui siamo abituati , in quanto qui si tratta di qualcosa che vuole “unire il movimento del corpo a quello dei pensieri” e che vuole ricordare ai nostri giovani che esistono diversi modi per stare insieme e per condividere con gli altri e che diventa importante potersi “guardare negli occhi” in qualsiasi relazione reale si voglia instaurare e bisogna anche poter fare un po’ di fatica e con una “bella camminata insieme” tutto questo può costituire un’esperienza divertente e una possibilità di incontro di vita indimenticabile!

Stefania Cavallo 28 marzo 2015

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PERCORSI FORMATIVI E CONSULENZIALI 2015 DI STEFANIA CAVALLO

PERCORSI FORMATIVI  E CONSULENZIALI  2015

DI STEFANIA CAVALLO

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Dr.ssa   Stefania Cavallo

Esperta  in comunicazione e formazione

Mediatrice familiare  e  sociale

stefania.cavallo@alice.it

392/1316509

“ LA MEDIAZIONE FAMILIARE  UN PERCORSO POSSIBILE?  “

“LA NUOVA CONCEZIONE DELLA FAMIGLIA ,

CONFLITTUALITA’ CONIUGALE  E GESTIONE DELLE EMOZIONI “

 

3 INCONTRI

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PREMESSA

Questo progetto rientra nell’ambito di quegli interventi che intendono interrogarsi e riflettere sulle nuove rappresentazioni sociali della famiglia e sulle teorie scientifiche che unitamente guidano la lettura dei bisogni delle famiglie e le strategie di intervento attuate nei servizi rivolti alle famiglie.

Attualmente le famiglie mostrano “diversi volti” e sfaccettature ecco che da questa prospettiva discende una notevole complessità dell’intervento rivolto all’oggetto famiglia e una preparazione degli operatori sempre più aggiornata.

Le persone che per motivi professionali affiancano la famiglia nella separazione hanno una grande responsabilità in questo senso.

PERCORSO  DIDATTICO-FORMATIVO  E METODOLOGIA UTILIZZATA

 

A tale proposito un ulteriore criterio adottato nella ricerca e per la struttura del lavoro proposto consiste nell’evidenziare almeno tre tappe/contenitori nell’evoluzione del fenomeno separativo all’interno delle quali inserire e utilizzare in maniera mirata ed opportuna le pellicole attinenti, come segue:

  1. la crisi  e l’abbandono (I° incontro formativo)
  2. il conflitto e  l’incomunicabilità ( II° incontro formativo)
  3. le  nuove famiglie  e i diritti dei bambini (apertura  e  nuove prospettive)

(III° incontro formativo)

 

Si tratta di una proposta tematica varia che non esaurisce la ricerca su quanto si può vedere oggi, ma che certamente funge da introduzione ad un’analisi (anche personale) più ampia.

A ciascuno incontro, si formeranno gruppi di studio tra i partecipanti e con diverse metodiche interattive (lavori in gruppi e sottogruppi; simulazioni e role playng; discussioni di casi; etc.) si cercherà di accompagnare e facilitare l’ascolto, l’accoglienza di vissuti, delle esperienze, delle storie quotidiane in cui, oltre alle fragilità, le fatiche, il senso di disorientamento, possono emergere ed essere riconosciute ed attivate le risorse preziose, che ogni soggetto/attore interessato da questo percorso, porta con sé.

A tale riguardo, attraverso il racconto dei vissuti e dei sentimenti dei diversi “attori/soggetti” coinvolti (genitori/ex coniugi, figli minori e nuove famiglie) dal fenomeno separativo in corso,   saranno analizzate , raccontate e scandagliate   le pellicole   suddivise secondo i criteri precedentemente accennati ed in particolare attraverso la particolare lente di ingrandimento di una “cultura della separazione” e col supporto di alcune lezioni della mediazione familiare secondo il modello dell’Associazione GeA-Genitori Ancora del Prof. F. Scaparro.

Attraverso il lavoro di questi anni si è venuta così a creare una vasta rete di collaborazione tra persone, mediatori familiari e non, che si riconoscono nelle finalità stabilite dallo Statuto dell’Associazione GeA e che intendono contribuire alla diffusione di una cultura della separazione e più in generale delle soluzioni alternative dei conflitti (A.D.R.  Alternative Dispute Resolution) “

CONCLUSIONI

 

Da questo punto di vista la mediazione familiare attraverso il suo supporto offre ai genitori , che si stanno separando, uno spazio di pausa, un tempo per sé, per fermarsi a riflettere sull’essere padre e madre, sul proprio stile educativo e sulle scelte da affrontare insieme per sé e per i figli .

DESTINATARI

Questo tipo di intervento si rivolge trasversalmente agli operatori dell’educazione, agli operatori psicosociali, dell’informazione, ai professionisti della mediazione familiare, ai genitori e a tutti coloro che , a diverso titolo, si trovano coinvolti nel campo degli interventi di sostegno alle famiglie, della separazione dei genitori e delle relazioni di coppia.

TEMPI E DURATA

Si prevede una Presentazione pubblica di preliminare per l’intero progetto, a cui seguiranno i tre incontri previsti.

Ciascun incontro previsto può avere una durata variabile a seconda della fascia oraria individuata , a cadenza mensile (da definirsi) .

Tra un incontro e l’altro verrà fornito ai partecipanti del materiale di approfondimento, con riferimenti bibliografici, riflessioni maturate e quanto richiesto in base alle esigenze degli stessi .

STRUMENTAZIONE UTILIZZATA  E SEDE

Per la visione di audiovisivi e di lucidi didattici è necessario l’utilizzo di un proiettore collegabile al pc portatile e di un telo ad hoc per la proiezione; la sede è da definirsi.

 

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«Non vi sono mai due persone che non si capiscono,

vi sono solo due persone che non hanno discusso»

Proverbio africano

 

 

Comunicazione efficace  e gestione dei conflitti

 

Corso teorico-pratico

  

Per tutti coloro che sono interessati a vario titolo

e in vari ambiti

  

IL PERCORSO FORMATIVO

Comunicazione efficace  e gestione dei conflitti

Corso teorico-pratico per insegnanti , operatori scolastici

e/o per  tutti  coloro che sono interessati  in vari  ambiti

 

PREMESSA

Gli operatori in ambito scolastico si trovano sempre più spesso a operare in situazioni altamente conflittuali che rendono problematica o addirittura pregiudicano i rapporti interni e talvolta il servizio offerto . Da qui la necessità di affrontare il processo di comunicazione e il conflitto con strumenti specifici e innovativi da affiancare a quelli abitualmente usati.

Il progetto è motivato da

 

  • il crescente numero di situazioni di alta conflittualità, scolastica, sociale, familiare ecc. a fronte delle quali è richiesta agli operatori   una preparazione specifica nella gestione dei conflitti.
  • la necessità che quanti operano in situazioni di alta conflittualità offrano specifici interventi di sostegno e promozione della cultura di pacificazione delle relazioni interpersonali .
  • la consapevolezza che la mancanza di efficaci strumenti cognitivi e operativi atti a governare conflitti in corso può creare situazioni di rischio per i singoli e la collettività.   Programma“  Comunicazione efficace  e  Gestione dei conflitti”  
  • OBIETTIVI
  •  
  • Percorso di formazione teorico-pratica
  •  
  • sviluppare conoscenze, abilità e competenze (saper fare /saper essere) necessarie a sviluppare concrete ed efficaci modalità di collaborazione tra i differenti soggetti coinvolti nella gestione di un conflitto.
  • Finalità del progetto è
  •  

-Sviluppare conoscenze, abilità e competenze sul tema della comunicazione efficace  e della gestione del conflitto per  collaborare  sempre meglio  sul lavoro

  • nell’esplorazione dei diversi punti di vista
  • nell’elaborazione creativa ma pratica di idee atte a comporre le divergenze esistenti in vista di una soluzione condivisa

-Sviluppare competenze specifiche e appropriate per definire obiettivi e modalità operative condivisi tra i differenti e numerosi operatori scolastici a cui spesso fanno riferimento le situazioni conflittuali.

 

Contenuti

 

I° modulo :   Comunicazione efficace     (4 ore)

  • Warming up  (attività di riscaldamento)
  • Il ruolo  dell’insegnante  oggi   e  nuovo  scenario con cenni  su  Qualità del servizio
  •         (l’ accoglienza)
  • La comunicazione efficace :              – udire, sentire, ascoltare nella pratica quotidiana                 del   messaggio ma anche ragioni, bisogni, emozioni, sentimenti delle parti
  •            – capire cosa l’altro dice, ma anche perché e come : comprendere non solo il contenuto
  • – l’ascolto attivo empatico : un efficace alleato nelle relazioni
  • Esercitazioni  operative

II° modulo :   La comunicazione in situazioni conflittuali (4 ore)

  • Caratteristiche del conflitto e modalità di gestione
    • Accrescere la comprensione con e tra le parti
    • Creare e sviluppare una       “comunicazione collaborativa”
  • Esercitazioni operative

III° modulo : Laboratorio operativo con simulazione   su situazioni critiche (4 ore)                  

  • Esplorazione dei diversi punti di vista   e       lavoro in gruppi
  • Elaborazione creativa ma pratica di idee atte a comporre le divergenze esistenti in vista di una soluzione condivisa
  • Presentazione delle varie proposte   di   soluzioni   efficaci
  • Simulazioni e lavoro di gruppo

 

 

ORGANIZZAZIONE DEL CORSO

Il programma del corso è strutturato in modo tale che sia possibile la partecipazione a  moduli  (3 moduli previsti di mezza giornata ciascuno) .

SVOLGIMENTO

Incontri di formazione dalle ore 8,30  alle ore 12.30, o da meglio definire in base alle disponibilità espresse .

 

METODOLOGIA

Tecniche di didattica attiva: lavori in gruppi e sottogruppi, simulazioni, esercitazioni, discussioni di casi.

La conduzione delle giornate porterà a valorizzare le esperienze professionali dei partecipanti.

 

DOCENTE

E’ prevista come docente la Dr.ssa Stefania Cavallo , formatrice e docente   con pluriennale, riconosciuta esperienza nei processi di comunicazione e nella gestione dei conflitti

 

PARTECIPANTI

Sino  ad  un   max  di  20  persone.

UN PERCORSO FORMATIVO PER LE SCUOLE SECONDARIE  E SUPERIORI

 

EDUCARE ALLA PACE

 

Educare alla Pace

“ Ho la sensazione che nessuno cominci veramente una guerra, le guerre si continuano.

La pace quella è una cosa che si deve cominciare.” David Grossman

 

 EDUCARE ALLA PACE

3 Incontri

 

Desidero focalizzare il mio intervento sul delicato e attuale tema della Cultura del dialogo e della pacificazione tra le persone e i popoli   attraverso la presentazione di storie, testimonianze e di “una cultura in tante culture” mediata   dal mondo del Teatro e del Cinema .

Per questo motivo propongo un percorso formativo che si integri eventualmente con le varie attività scolastiche che si svolgono presso diversi   Istituti .

Il percorso si articola in tre momenti e incontri , quali:

 

  1. Il diritto alla Pace e gli strumenti per  realizzarlo.

Testimonianze del Tessere la Pace

  1. Quale memoria ? La Shoah e la testimonianza  dell’Istituto Comprensivo statale di Cassina De Pecchi
  1. Mostra “Educare alla Pace” : scritti , disegni e letture  degli  studenti

In particolare sarà l’occasione per far conoscere alle nostre ragazze e ragazzi una donna incredibile, una Tessitrice di Pace come la pedagogista e regista Edna Angelica Calò Livne che ha creato una Fondazione la “Beresheet La Shalom Foundation” (Beresheet è la prima parola della Bibbia e vuol dire “All’inizio”) che fa un lavoro immane e stupendo con le giovani generazioni israeliane e palestinesi, di varie etnie nel mondo attraverso lo strumento altamente educativo e unificatore che è il Teatro.

Così come il lavoro svolto dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Cassina De Pecchi in occasione della Shoah; sarà l’occasione per vedere il bel film “Quale memoria” di Eugenio Di Fraia e Gianni Lacerenza , sul tema delle persecuzioni razziali , narrando in modo originale di un viaggio a Mathausen e di come i problemi di oggi si intreccino con gli orrori di ieri.

Infine , attraverso lo stimolo sulla condivisione di tali riflessioni ci sarà il momento finale in plenaria in cui gli studenti potranno parlare del percorso svolto “Educare alla Pace” e attraverso i lavori prodotti in classe con le insegnanti potranno esporre i vari elaborati come disegni , scritti o letture da loro ricercate e approfondite .

In una  intervista su Repubblica (15 giugno 2007) ,per la presentazione del  suo libro libro “Con gli occhi del nemico”, David Grossman disse : “ Ho la sensazione che nessuno cominci veramente una guerra, le guerre si continuano. La pace quella è una cosa che si deve cominciare. Guerreggiare, disgraziatamente , è una cosa quasi naturale per troppi paesi, troppe culture  e troppe religioni. Ci vogliono molti sforzi e alle volte bisogna agire contro i propri istinti per cominciare a dare fiducia agli altri, per cominciare ad aprirsi, per essere in grado di vedere la realtà attraverso gli occhi dell’altro. ” .

MUTUALITA’ SOCIALE OGGI E IL FACILITATORE NELLA RELAZIONE D’AIUTO

FORMAZIONE FACILITATORI /CONDUTTORI /ANIMATORI

AMA PRECARI E DISOCCUPATI

Due più due non fa semplicemente quattro ma molto di più!

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Esperienze di “mutuo soccorso” che si realizzano grazie al singolo contributo o attraverso gruppi di persone , possono fare il salto verso le Istituzioni e diventare più operative , acquistare così un’efficacia maggiore e capillare , iniziando a pensare che dei “percorsi culturali” sono possibili in questo ambito e che bisogna investire nella possibilità di un cambiamento culturale della società, con uno sguardo al concetto di servizi sociali e di aiuto alle persone che superi il tradizionale assistenzialismo .

I° MODULO  : 1 GIORNATA  O DUE MEZZE GIORNATE

 

DALL’ASSISTENZIALISMO AL MUTUO-AIUTO

 

Esercitazioni e role- play   che ricreino la situazione tipica della relazione d’aiuto   con verifica delle capacità relazionali e di ascolto del facilitatore    

 

II° MODULO  : 1 GIORNATA  O DUE MEZZE GIORNATE

 

IL RUOLO DEL FACILITATORE

 

Esercitazioni e role- play   che ricreino la situazione tipica della gestione di un gruppo   AMA per disoccupati  

 

 

 

III° MODULO  :  1  MEZZA  GIORNATA

Laboratorio: Dalla Teoria alla Pratica

Incontro informativo –formativo  di avvio gruppo AMA

 

RILANCIO AL GRUPPO   : Verifica delle aspettative espresse dai   partecipanti in relazione alle finalità del gruppo AMA

– CONCLUSIONI

 

FINALITA’

Tra i benefici  del gruppo AMA   ricordo:

– formazione di un clima di fiducia e rispetto

– possibilità’ per i partecipanti di esprimere le proprie emozioni

– riduzione delle tensioni

– incoraggiamento allo scambio di informazioni

– creazione di un ambiente sicuro, favorevole alla soluzione collaborativa dei problemi

 

Materiale didattico

Ai partecipanti sarà distribuito l’opuscolo “AUTO-MUTUO-AIUTO per precari e disoccupati. Istruzioni per l’uso” , a modi dispensa,   per il percorso formativo da intraprendere ; fotocopie di letture e di esercitazioni ad hoc   per ciascun modulo , infine anche una bibliografia finale   ampliata dalle varie riflessioni e dai vari contributi condivisi con i partecipanti .

 

Supporti  e  Metodologia  didattica

E’ necessario mettere a disposizione un video-proiettore, collegabile ad un personale pc , in particolare come metodologia didattica alternativa , in alcuni momenti , al fine di proiettare spezzoni di film   che possano essere utili a far lavorare i partecipanti su percorsi più emozionali   di consapevolezza e attivare riflessioni   e risorse personali assopite .

Questo approccio supportato da role –play ed esercitazioni mirate è in grado di creare percorsi di sostenibilità personale innovativi e molto coinvolgenti, dove per Sostenibilità si intende attivare un processo per cui la persona riconosca che ha delle risorse che possono essere utilizzate e che possono diventare una fonte soggettiva di arricchimento.

Le mie prossime iniziative per i nostri comuni

Buongiorno a tutti !

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Ecco le mie prossime iniziative organizzate nei  nostri comuni.

Ringrazio in anticipo per poterle segnalare e far conoscere .

Cordiali saluti, Stefania Cavallo

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Camminamici  2015 – 1 Edizione Masate

Unendo il movimento del corpo a quello dei pensieri

CAMMINAMICI

In questi anni,  mi sono resa conto  che non sempre la scuola riesce  a far fronte alle tante problematiche  sociali  ed educative   che   vivono le famiglie e i nostri giovani , in particolari  in età adolescenziale  . Allora parlando con amiche e   parlando di quest’età così  particolare  per chi ha i figli in questa fascia , mi sono  posta    l’interrogativo  “cosa possiamo fare noi genitori per far capire che concretamente    ci siamo  e vogliamo aiutare i nostri ragazzi  a vivere in una società  in cui la relazione  autentica umana  è più importante  di ogni altra cosa …in qualche modo come possiamo   portar  “fuori “  casa  questi ragazzi  da questo  continuo rifugiarsi   in un  proprio  mondo virtuale  in cui  la distanza con gli adulti  e il mondo reale  è sempre più  ampia e inquietante, se pensiamo al cyberbullismo o alle net-dipendenze ? “.

Ecco la risposta mi è arrivata    e poi   ho messo in piedi il tutto:  la CAMMINAMICI 2015 .

In attesa di diversi sponsor  per pubblicare la locandina completa  e  contestualizzare l’iniziativa nell’ambito del maggio masatese .

 

24/05/15 h. 16 – MUTUALITA’ SOCIALE OGGI E IL FACILITATORE NELLA RELAZIONE D’AIUTO

Due più due non fa semplicemente quattro ma molto di più!

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Esperienze di “mutuo soccorso” che si realizzano grazie al singolo contributo o attraverso gruppi di persone , possono fare il salto verso le Istituzioni e diventare più operative , acquistare così un’efficacia maggiore e capillare , iniziando a pensare che dei “percorsi culturali” sono possibili in questo ambito e che bisogna investire nella possibilità di un cambiamento culturale della società, con uno sguardo al concetto di servizi sociali e di aiuto alle persone che superi il tradizionale assistenzialismo . Questo ultimo incontro di chiusura del ciclo sarà un’occasione per l’autrice di presentare il suo penultimo libro “Istruzioni per l’uso anti-crisi e Mutuo Aiuto”.

INGRESSO LIBERO Su facebook : Incontri con Stefania Cavallo

I cuori infranti

Il Museo dei cuori infranti

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Ciò che resta di amori che non sono più

Un museo dell’amore all’incontrario

C’è una vita dopo la separazione ……

Un’idea affascinante degli ideatori e organizzatori Olinka Vištica e Dražen Grubišić , un’esperienza autobiografica che ci vuol dire che dopo una separazione ci può essere un’altra storia e qualcosa che ci può dare speranza dal punto di vista affettivo e sentimentale. Questa speranza può passare dal liberarsi di oggetti o di scritti legati ad amori finiti .

Si tratta di una collezione straordinaria di storie e di oggetti di persone dal cuore infranto “coeur brisé “, che sperano di lasciare una traccia della loro storia amorosa passata, di liberarsene o di cristallizzare la dura tappa della rottura.

Questa collezione è una proposta originale che interseca la museologia, l’arte contemporanea, l’esperienza catartica e l’antropologia culturale.

L’esposizione parigina al “Centquatre” propone un’esperienza inedita , intima e universale, la presentazione di un patrimonio emozionale che unisce e mischia le frontiere dell’identità , della cultura e delle discipline artistiche.

Una macchina del caffè espresso con cui l’amante di allora amava fare il caffè espresso per chi era il suo amore di allora e che ad un certo punto ha smesso di fare il caffè e poi se ne è andato perché era tutto finito .

Un vestito da sposa rosso del 2003 -2010 della Croazia-Zagabria in cui la targa dice : “ho pagato tutto …..il vestito del matrimonio e il prestito bancario” .

Una cartolina postale in cui è scritto “Chagrin sur carte postale/Dispiacere su cartolina postale “di una donna armena. Un “foutu freesbi- un fottuto freesbi” …….e molto altro !

Tutto questo mi ha ricordato le belle parole della canzone “Que reste-t-il de nos amours-Cosa resta dei nostri amori” di Charles Trenet e in cui nel ritornello  si canta :

“Che resta de nostri amori
Che resta di quei bei giorni
Una foto, una vecchia foto
Della mia giovinezza
Che resta dei dolci biglietti
Dei mesi d’aprile, degli incontri
Un ricordo che mi perseguita
Senza fine” 

e poi ……

“Felicità svanita, capelli al vento
Baci rubati, sogni instabili
Che resta di tutto questo
Ditemelo”

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Fonte : http://www.dailymotion.com/video/xw4i4b_un-objet-un-texte-la-fin-d-un-amour_creation

Un luogo che dovrebbe esistere ovunque , perché non anche a Milano e in altre realtà magari anche di provincia ?

Stefania Cavallo

22 marzo 2015

CAMMINAMICI 2015 IL CAMMINO COME INCONTRO E CRESCITA

CAMMINAMICI

“cosa possiamo fare noi genitori per far capire che concretamente    ci siamo  e vogliamo aiutare i nostri ragazzi  a vivere in una società  in cui la relazione  autentica umana  è più importante  di ogni altra cosa …in qualche modo come possiamo   portar  “fuori “  casa  questi ragazzi  da questo  continuo rifugiarsi   in un  proprio  mondo virtuale   in cui  la distanza con gli adulti  e il mondo reale  è sempre più  ampia e inquietante, se pensiamo al cyberbullismo  o alle  net-dipendenze  , ecc. ?  “ .  Ecco la risposta mi è arrivata    e poi   ho messo in piedi il tutto.

CAMMINAMICI 2015   1 Edizione  Masate

Nei  mesi scorsi e  di pausa scolastica  natalizia ,  ho pensato che potesse essere  interessante per tutte  noi  famiglie  , ma non solo, lanciare una nostra iniziativa extra-scuola  che avesse una valenza socializzante  e  che  facilitasse  un clima   di maggiore conoscenza tra tutti noi, tra gli stessi  genitori e   tra i nostri  figli  , creando una dimensione e un ambiente  relazionale  un po’  al  di fuori  di quelli  più  canonici  ai  cui  siamo abituati  . 

In questi anni, da rappresentante di classe e ora anche da esponente genitori nel Consiglio di  Istituto  e Giunta esecutiva del nostro Istituto,   mi sono resa conto  che non sempre la scuola riesce  a far fronte alle tante problematiche  sociali  ed educative   che   vivono le famiglie e i nostri giovani , in particolari  in età adolescenziale  . Allora parlando con amiche e   parlando di quest’età così  particolare  per chi ha i figli in questa fascia , mi sono  posta    l’interrogativo  “cosa possiamo fare noi genitori per far capire che concretamente    ci siamo  e vogliamo aiutare i nostri ragazzi  a vivere in una società  in cui la relazione  autentica umana  è più importante  di ogni altra cosa …in qualche modo come possiamo   portar  “fuori “  casa  questi ragazzi  da questo  continuo rifugiarsi   in un  proprio  mondo virtuale   in cui  la distanza con gli adulti  e il mondo reale  è sempre più  ampia e inquietante, se pensiamo al cyberbullismo  o alle  net-dipendenze  , ecc. ?  “ .  Ecco la risposta mi è arrivata    e poi   ho messo in piedi il tutto.

Questa iniziativa ha  avuto un’accoglienza positiva  , quindi mi sono detta ….magari si può estendere  l’iniziativa a tutte le medie  del nostro Istituto, no?  E forse si può estendere anche alle altre medie di altri Istituti della zona , perché no?

Pensavo  , per iniziare,  ad una camminata  collettiva “CAMMINAMICI  2015 ” , con un percorso  che inizi con un ritrovo proprio davanti alla scuola di Masate  e poi ci accompagni  lungo l’Adda (da Trezzo –Vecchio lavatoio sino a Imbersago e ritorno  )   o da Groppello a Vaprio ( 1 h di cammino stimato). 

Una prima data, di domenica pomeriggio,  potrebbe essere fissata  col  maggio masatese .

Poi potremmo insieme fissare un calendario  per le prossime uscite.

Che ne dite ?  Provate a diffondere  .

Grazie  , Stefania

INFO : 392/1316509  ; stefania.cavallo@alice.it

Essere genitori efficaci oggi . Ascolto e dialogo con i figli – Masate 15 marzo 2015

Essere genitori efficaci  oggi . Ascolto e dialogo con i figli  

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I tuoi figli non sono figli tuoi, sono figli e le figlie della vita stessa. Tu li metti al mondo, ma non li crei. Sono vicini a te, ma non sono cosa tua. Puoi dar loro tutto il tuo amore, ma non le tue idee, perché essi hanno le loro proprie idee. Tu puoi dare loro dimora al loro corpo, non alla loro anima, perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire, dove a te non è dato entrare, neppure col sogno. Puoi cercare di somigliare a loro, ma non volere che essi somiglino a te, perché la vita non ritorna indietro e non si ferma a ieri. Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.

  

Kahlil Gibran (Gibran Khalil Gibran)

 

 

Presentazione

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L’educazione non avviene fuori la relazione.

Si costruisce al suo interno e in tutto quello che viene messo in comune

In questi anni  mi sono spesso occupata di  genitorialità , di  tematiche  legate alla comunicazione  genitori-figli , di genitori felicemente uniti in matrimonio  e  di genitori separati o singoli o “singolari” , di coppie miste  e di coppie omosessuali  e  ho raccolto diverse  testimonianze .

Ho partecipato a tanti incontri, convegni , seminari di studio  e a giornate di formazione  , così ho pensato che potesse essere utile  raccogliere  un po’ le idee  e il materiale  accumulato in questi anni , in maniera forse  un po’ frammentaria.

Ho pensato che potesse avere un senso  riordinare il tutto  secondo uno  schema mentale  che   fosse soprattutto   “racconto e testimonianza” , al di là  di tanta teoria  che in qualche modo, superata una prima alfabetizzazione sul tema, necessita  soprattutto di  “buone pratiche”  e di percorsi  possibili  di genitorialità a cui ispirarsi  e su cui riflettere.

In questo mio nuovo contributo si parlerà di “genitori equilibristi” nel senso proprio legato  ad uno scenario ricco di acrobazie  che  troviamo nel  quotidiano , aiutati anche  dalla riflessione su fatti  di cronaca  e dall’affanno  nel conciliare  impegni lavorativi  con  impegni familiari e di cura .

Genitori definiti in tantissimi modi , come se  in realtà  data   la complessità e   il profilo così articolato, non fosse mai possibile  dare un’unica definizione  esaustiva  o  scontata.

Appunto  si parla di “genitori efficaci”, di  “genitori  singolari”, di “genitori  mediatori”, di “genitori allenatori”,di “genitori  competenti” e così via , tuttavia  mi sembra proprio che quella di “genitori acrobati” o “genitori equilibristi”  dia meglio l’idea di un ruolo  molto dinamico , in continua evoluzione e cambiamento.

“Forse la cosa migliore sarebbe affrontare il neonato direttamente, con franchezza, all’americana. Dirgli: Salve, io sono tua madre. Mi pare corretto e  doveroso informarti che secondo una scuola di pensiero contemporanea, molto diffusa e attendibile, il mio ruolo nella tua vita è destinato a essere centrale e devastante. Puoi tranquillamente attribuire a me la colpa del novanta per cento circa di tutti i tuoi guai, problemi, frustrazioni, sfighe e catastrofi. Per il restante dieci per cento prenditela con Maastricht   o con la globalizzazione, mi sentirei di aggiungere oggi.” Lella Costa , Prefazione  di  “Qualche buona ragione per non sparare sui vostri genitori “, J. Paradis, Feltrinelli  Ed.  , 2000.

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Genitori si nasce o si diventa?

Ma , genitori si nasce o si diventa? Una  bella domanda vero?

Secondo me  entrambe le situazioni, nel senso che  per quanto mi riguarda, ad esempio  di carattere mi sono sempre vissuta  come una persona  “generativa”  e  protettiva , però  essendo di fatto genitore anch’io  so bene che ogni giorno  devo confrontarmi con questa sfida  per cercare di  essere un “buon genitore”, una “buona madre”  pur nella consapevolezza  degli stereotipi  e delle facili  trappole  ideologiche  su queste questioni.

Personalmente ,  ritengo che sia sempre un’opportunità  il  mettermi in discussione come genitore,  forse aiutata anche  da un figlio in piena fase pre-adolescenziale  e credo comunque che  sentirmi in questo stato vitale  mi dia  modo di  ragionare meglio sulle difficoltà  e i problemi  che man mano incontro ,  stimolando  il confronto  e  aprendomi  a nuove soluzioni .

Quando ci troviamo in crisi nel nostro ruolo di genitori , tendiamo spesso a pensare che occorra un aiuto di tipo psicologico, o chissà chi e cosa,  per   sbrogliare la matassa  che non riusciamo a dipanare con i nostri figli , però non sempre questo risponde a  verità , nel senso che questa modalità ,forse superata una prima timida resistenza,  a volte è quella che ci sembra più facile,  ma che non ci consente di  vedere immediatamente  l’altra possibilità , ossia  l’alternativa nell’ esprimere al meglio le nostre risorse  e lavorare sui nostri limiti e le nostre  fragilità.

Questa tendenza  a “delegare”  di  molti genitori  per  ricercare  la  ricetta  perfetta  educativa da applicare  e   quale  panacea   di tutti i problemi con i figli   è uno schema  ripetitivo  e  poco  costruttivo , proprio perché  si basa sul falso  assioma che  solo  dall’esterno  possa arrivare  la soluzione ai propri  problemi  senza fare un minimo sforzo  di ricerca interiore e di  analisi personale   sulla propria  capacità di  uscire dall’ empasse emotivo che  sta  facendo saltare  ogni punto certo  della propria esistenza  di genitore .

Prima di  “delegare” perché non provare  a capire realmente  cosa non va  e  sforzarsi di abbandonare  schemi ripetitivi  e  porsi  in ascolto  dei propri  figli,  aprendosi  al dialogo  e all’energia  costruttiva  che lo scambio delle  parole  può apportare ?

Una bella avventura che vale la pena continuare o incominciare, a ogni genitore la scelta!

 

Genitori equilibristi

15 marzo masate  7

 Il termine “equilibrista”  è coniato dal bel film di Ivano Di Matteo “Gli equilibristi” , in cui si racconta la storia di un padre che dopo la separazione  e pur avendo un lavoro e uno stipendio che in tanti anni aveva garantito una certa agiatezza alla sua famiglia e alla figlia adolescente , si troverà   a  scivolare velocemente in una situazione  di  povertà  e di  disagio  esistenziale molto  forte , trovandosi  a vivere  addirittura in auto  ed andando alla mensa della Caritas , nonostante  il suo  sforzo  di riuscire  a fare in modo che   nessuno  della sua famiglia  sapesse  e cercando di continuare a dare un senso ed  una dignità a ciò che gli stava accadendo .

In realtà questo padre è appunto diventato  un “equilibrista” per il suo modo di  stare continuamente a galla e  “in piedi”  in un contesto di vita diventato per lui insostenibile, facendo tutto il possibile  per  “resistere”  ad una situazione  economica  sempre più difficile e critica, oltre all’elaborazione della sua separazione.

Sono tanti i genitori  “equilibristi”  che  si trovano a dover fare i conti  con questa crisi  economica  che come sappiamo ormai da tempo  è una crisi  strutturale  e soprattutto che  sta interrogandoci sul piano etico e culturale, rispetto alle nostre abitudini  e ai nostri  valori di riferimento.

Tempo fa parlando  di questa crisi  ho definito  cosa sono per me i contemporanei “lavoratori acrobati” e ne ho parlato a lungo in un mio libro , ispirandomi  al   bel libro “Mamme Acrobate”  di Elena  Rosci  e che  rende molto bene l’idea  delle mamme  di oggi, un po’ “multitasking” o “tuttofare” :

“ così come uomini e donne , giovani e meno giovani tutti Lavoratori Acrobati che per riuscire a sopravvivere si sono dotati anche loro di grandi capacità acrobatiche , come quegli atleti che sfidano tanti rischi per non cadere e che spesso sono sprovvisti di reti di sostegno e di salvataggio” .

Tornando alla sfida educativa  dei genitori di oggi , la successiva e importante  domanda che mi  risuona  è “che tipo di società stiamo consegnando ai nostri figli?”.

Sul mio blog  mi sono soffermata spesso  su questo interrogativo  , scrivendo  di come  i valori predominanti oggi siano  quelli dell’ “apparire”  e non dell’ “essere”    e   di come si tenda a non  soffermarsi  quasi mai su ciò che riguarda  i nostri disagi  e sul nostro mondo interiore , quasi come se  quest’altra dimensione   ci  rivelasse  ancora più fragili agli occhi degli altri.

15 marzo masate 5

Ecco un fatto di cronaca che avevo elaborato ispirata dalla cronaca, un fatto  che si focalizza sulle  fragilità della famiglie contemporanee spesso poco avvezze ad elaborare le emozioni e i cambiamenti sia  della propria vita sia degli assetti familiari.

Genitori   quasi impeccabili  e così  fragili  !  Il dramma  del padre di Laura e Marica a San Giovanni La Punta

Roberto Russo il padre  di San Giovanni   La Punta    che  sferra il coltello sulle  sue due figliolette  Laura e Marica  per  ucciderle  ……..mi ha colpito il primo commento della moglie  ai giornalisti che dice : ”Non posso  credere che sia stato lui , nella maniera  più assoluta!” ,  con    questa   incredulità   ripetuta e sicura , questa donna  in qualche modo  difende l’immagine  integerrima  di  un  padre  e di un  marito affettuoso   che lei  evidentemente   ha in mente   e che riconosce  come quella reale  , mentre nella realtà  questo stesso uomo  comprende anche un’altra dimensione   nascosta   quella del   cosiddetto  “Mister   Hyde”  che si è materializzato ,  un qualcosa  di  più difficile se non impossibile  da decodificare .

Sempre più spesso assistiamo a casi come questo  di padri , non più solo madri,  omicidi dei propri figli e poi spesso anche suicidi  , credo una casistica un po’ diversa e forse nuova, anche  rispetto  alle teorie di genere   per gli addetti ai lavori , ma credo  così tanto   importante e  allarmante   da doversi , come adulti e genitori,   interrogare  .

Al di là di tutte le domande che ci possiamo fare  per capire  il  perché accadano gesti  così   crudeli  e atroci  sta di fatto che le vittime in questi casi sono dei minori indifesi,  così come spesso  si tratta di   giovani   donne indifese  nei casi di  stalking  e di  omicidio  in  questi ultimi anni .

I figli rappresentano la continuità  della coppia  , spezzando le loro vite  si spezza  questa continuità  nel senso  che se  il progetto di amore  della coppia  finisce  non ha più senso allora che rimanga qualcosa  di tutto questo   e allora “tutto”  va eliminato  , magari  partendo con l’eliminare appunto i figli   e poi a seguire spesso si decide di autoeliminarsi  un po’ come ricorda  l’antico adagio “muoia Sansone  con tutti i Filistei !”.

Ogni progetto di coppia che finisce  ha una sua storia e delle cause del tutto singolari  e mai generalizzabili , certo è che se finisce  , come può accadere , il legame d’amore che univa   marito e moglie , qualunque siano le ragioni  connesse,   non finisce  il progetto di genitorialità  del padre e della madre coinvolti .

In quest’epoca  in cui  si parla spesso di genitori  ultraprotettivi  , di  “madri  totali”  e di  “padri mammosi”, credo  invece  che  poco si investa  nella  “cultura  della  separazione”   e nella sua elaborazione   , quindi  ancora una volta  mi viene  di dire   che poco si fa   per prevenire  questi   drammi familiari  prima che sfocino  in omicidi   e  in  omicidi-suicidi  spesso  di padri , ex-coniugi  o   ex-compagni  .

Non è da sottovalutare anche l’altro tema di  “un’educazione alla gestione delle emozioni”   , la cosiddetta “educazione sentimentale”  che   spesso ci dimentichiamo perché  la diamo per scontata  o perché la consideriamo banale quindi  inutile  in quanto i valori predominanti oggi sono  quelli dell’ “apparire”  e non dell’ “essere”    e   allora  preferiamo proiettarci    al di fuori  ,  senza soffermarci  quasi mai su ciò che riguarda  i nostri disagi  e sul nostro mondo interiore  , quasi come se  quest’altra dimensione   ci  rivelasse  ancora più fragili agli occhi degli altri  e in qualche modo potesse svelare  qualcosa  di inadeguato da non far trapelare nella maniera più assoluta.

Un po’ tutto questo  è alla base   di una certa diffusa   incapacità   di     decodificare   le nostre emozioni negative  e  spiega   invece  la necessità  e   l’urgenza    di   interrogarsi   sulla  motivazione  a cambiare  e   a chiedere aiuto  ai propri familiari , agli amici  , anche  agli  specialisti, quando necessario  (mio scritto del 25 agosto 2014) .

La storia della farfalla 

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Un giorno apparve un piccolo buco in un bozzolo; un uomo che passava di lì

per caso, si mise a guardare la farfalla che già da varie ore, si sforzava per

uscire da quel piccolo buco

dopo molto tempo, sembrava che essa si fosse arresa ed il buco fosse sempre

della stessa dimensione .

Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva , e che

non avesse più la possibilità di fare niente altro

Allora l’uomo decise di aiutare la farfalla: prese un temperino ed allargò il

buco nel bozzolo fin tanto da far uscire la farfalla.

Però il corpo della farfalla era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco

sviluppate e si muovevano a stento.

l’uomo continuò ad osservare perchè sperava che da un momento all’altro, le

ali si aprissero e fossero capaci di sostenere il corpo, e che essa cominciasse a

volare

non successe nulla ! in quanto la farfalla passò il resto della sua esistenza

trascinandosi per terra il corpo rattrappito e con le ali poco sviluppate. non

fu mai in grado di volare.

Ciò che quell’uomo, con il suo gesto di gentilezza e con l’intenzione di

aiutare , non capiva che era passare per lo stretto buco del bozzolo era lo

sforzo necessario affinché la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo

corpo alle sue ali, così che essa potesse volare.

Era la forma con la quale Dio la faceva crescere e sviluppare.

A volte , lo sforzo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra

vita.

Se Dio ci permettesse di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun

ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo. Non

potremmo mai volare.

Ognuno è diverso dall’altro nelle proprie manifestazioni esteriori e nel proprio ritmo di crescita. E’ non-corretto  e perfino ingiusto  voler fare degli altri ciò che vogliamo noi. Come ogni individuo ama la propria individualità, deve permettere a ogni suo simile di godere della propria . Voler cambiare qualcosa significa non rispettare la libertà altrui. Il risultato? Relazioni sbagliate, traumi, liti, risentimenti, incomprensioni, malintesi, divorzi e  guerre.   (commento di  Antony De Mello  da “100 racconti  di Antony De Mello ”  , Ed. Piemme ).

15 marzo masate 2

MI RENDO DISPONIBILE  PER ORGANIZZARE INCONTRI SU QUESTO TEMA  , ECCO I MIEI RIFERIMENTI:

stefania.cavallo@alice.it  ; 392/1316509

Storie e testimonianze nella necessità

Nuova Ricerca  di Stefania Cavallo

Storie  e testimonianze nella necessità

 

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Storie  e testimonianze di  incontri  di mutuo aiuto  nate  nella  quotidianità e nella necessità , tra donne e/o  uomini, tra amiche , tra amici,  per  sostenere e affrontare  momenti  difficili   della propria vita , da tanti punti di vista,  ma soprattutto per  il bisogno di non  trovarsi  soli  ed evitare  il pericolo  del chiudersi  e scivolare così nella  depressione e nell’isolamento  più totale .

Raccontare   e cercare  di  capire  insieme , di  parlarne  può diventare importante, perché ci sono tante realtà  simili , e a noi invisibili , che ci chiedono di diventare visibili per testimoniare  e perché nell’ambito delle relazioni umane  esistono diverse forme di vicinanza, di affetto  , di solidarietà e di amore forse più autentiche  di quelle  che  normalmente conosciamo o pensiamo.

Mi piacerebbe conoscere  queste storie .

I miei contatti

Stefania: 392/1316509

Il mio consiglio (anche se non richiesto…) cari fratelli Muccino!

 

Le questioni private tra fratelli (“noti e famosi” ) possono essere rese pubbliche?

 

Silvio Muccino    Gabriele Muccino

 

Proprio mentre Romina e Albano si sono riappacificati sul palco di Sanremo (la prima occasione è stata in Russia…) dopo anni di separazione e di gossip , mentre la Pezzopane in diverse trasmissioni rende noto e pubblico il suo amore con il giovane fidanzato , ecco i Muccino che, ciascuno individualmente, rilasciano interviste , in particolare alla giornalista Daria Bignardi durante la sua trasmissione, relative alla loro storia privata tutta fraterna e familiare con una rottura relazionale irreparabile .

Dunque lo scenario , o visto l’ambito potremmo meglio dire “sceneggiatura”, è quello di due fratelli che non si vedono e non si sentono da 7 lunghi anni, un fratello minore che ha buone ragioni per continuare  a non farsi vivo col fratello maggiore e un fratello maggiore che invece lo cerca disperatamente , non si capacita di questo lungo distacco e rende pubblica la controversia privata anche attraverso i social .

Durante le loro interviste si sono sentite frasi del tipo :   “ mi vergogno di quello che ho detto” , “ ho sbagliato” , “il perdono è la più alta forma ‘d’amore” , “bisogna avere rispetto del dolore e dell’altrui silenzio” ; così come si è parlato di competizione nello stesso ambito lavorativo, si è parlato di problemi di “grande EGO” ,  di problemi legati ad un successo giunto prematuramente e quando si è molto giovani , si è parlato di dinamiche disfunzionali all’interno del micro-cosmo familiare, di accuse di plagio , di dichiarazioni violente sempre via social .

Da Daria Bignardi , entrambi in qualche modo hanno deciso forse di inviarsi qualche messaggio in codice per chiarirsi  e per avvicinarsi e mi auguro che lo facciano prima o poi. Avendoli ascoltati entrambi molto attentamente ho colto nelle loro parole molta sofferenza ma anche molto amore l’uno per l’altro .

Suggerirei loro un life-coach (come nel film Le leggi del desiderio di Silvio Muccino) o un mediatore e forse potrebbe essere  proprio Carlo Verdone , dal momento che credo sia  stimatissimo da entrambi , credo abbia molta esperienza di vita , sensibilità e capacità umana adatta per questo delicato compito.

Certo , fa pensare ed è impressionante la somiglianza di Silvio a Russel Crowe , che tra l’altro è il prossimo protagonista del nuovo film di Gabriele “Fathers and Daughters” , il suo quarto film americano che uscirà in autunno e poi proprio in tema di  rapporti  familiari  “padri e figlie” no ? Gabriele dichiara sulla stampa :

 “ Russell Crowe è perfetto per questo ruolo. E’ nelle sue corde. E’ un dramma intenso, straziante, ed esaltante al tempo stesso. Come un classico film americano degli anni ’70. Il filo conduttore che lega i miei lavori è sempre quello dei rapporti personali: fra padre e figlio, fra le famiglie, fra persone che cercano di realizzare sé stessi. Ovviamente è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Ecco perché ritengo che ognuno di noi vi si potrà riconoscere. In ogni famiglia, in ogni rapporto personale, c’è un vissuto, un non detto”.

E’ imbarazzante ascoltare due fratelli che lavorano nel cinema entrambi come registi , Silvio è anche attore , che potrebbero scambiarsi  molto delle loro visioni  e  progetti, ma non riescono a farlo per ruggini di un  passato molto doloroso; il cinema è nato dall’opera creativa , visionaria e geniale dei Fratelli Lumières  così come diversi sono i fratelli che ci regala il cinema contemporaneo se pensiamo ai  Fratelli Dardenne ,  ai nostri Fratelli Taviani  e ai Fratelli Cohen .

E’ facile dire ” bisogna sapersi perdonare e saper perdonare” quando sappiamo che poi si tratta di un processo interiore volontario e a volte molto lungo  e non di un obbligo . A volte si perdona ma non si  riesce a dimenticare.

Si è genitori per sempre ma anche fratelli e sorelle per sempre ,  e bisognerebbe  potersi perdonare ma nella realtà a volte le cose vanno diversamente e  molti  di noi hanno sperimentato  questa stessa  drammatica vicenda .

Ci sono bellissime testimonianze  filmiche che ci parlano di faticose riconciliazioni  tra fratelli,  anche in senso lato e più ampio, come  Il figlio dell’altra di Lorrain Lévi , in cui si sceglie la forma del dramma familiare per raccontare la questione israelo-palestinese , attraverso uno scambio di due figli, con famiglie molto distanti dal punto di vista delle reciproche credenze , o La donna che canta di Denis Villeneuve , ambientato in Medio-Oriente con la ricerca ossessiva del padre e di un fratello da parte dei due fratelli gemelli e un risvolto drammatico che svelerà loro una tragica verità .

Ho citato questi due film nello specifico perché entrambi affrontano , anche se in maniera diversa, il tema della riconciliazione familiare in contesti molto ostili dal punto di vista storico e culturale come la questione israelo-palestinese , dove però sappiamo essere in atto da anni un importante movimento di pacificazione sia ad opera di intellettuali che di familiari , come i Parents Circle per i quali la riconciliazione , l’elaborazione del lutto  passa dalle famiglie, quindi dal  dialogare, incontrarsi e conoscersi .

Allora perché non una riconciliazione fraterna tra i Muccino? In privato ovviamente!

Non ditemi che si tratta di un’operazione commerciale per i loro film  e non ditemi che la sofferenza o la gioia private  possono arrivare a tanto ……..il mio sguardo va oltre e sono convinta che l’ attuale tendenza alla  spettacolarizzazione  non debba  coinvolgere più piani  e non credo di peccare d’ingenuità affermando questo,  ma penso solo  che se fosse così  il tutto  si rivelerebbe  un vero boomerang  per sé stessi  e per chi specula sui sentimenti  altrui  .

Sapete ho visto questi due personaggi del cinema cambiare molto e sempre in meglio e mi è difficile pensare che con la loro sensibilità e bravura professionale ( con esperienze e vissuti lavorativi un po’ diversi) non riescano a parlarsi più .

La vita, a volte , in momenti estremi o quando non ci sono più alternative ti porta a scelte obbligate magari senza più soluzione , magari quando è troppo tardi per dirsi quanto ci si ama , quanto ci si vuole bene o quanto ci si manca l’uno all’altro , allora meglio pensarci e riabbracciarsi senza se e senza ma ……è il mio consiglio (anche se non richiesto…), cari Muccino !

Con stima e super-simpatia per entrambi.

Stefania Cavallo

6 marzo 2015