IO SONO FANGO di Roberto Allegri
IO SONO FANGO di Roberto Allegri
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e leggeranno questo contributo e che magari hanno trovato curiosità per il mio blog LAVORATORI ACROBATI , un blog da un titolo molto evocativo e per quanto mi riguarda molto reale , in cui si possono trovare tante questioni in cui si incrocia soprattutto lo sguardo di chi da precaria e con grosse difficoltà di sopravvivenza lavorativa , pur operando in ambienti cosiddetti alti , non rinuncia a sperare e a pensare che tutto può cambiare in meglio.
La storia del figliol prodigo ripresa dal Vangelo e romanzata dall’autore ………molto interessante sia dal punto di vista cattolico che laico e sia per i padri di oggi che per i figli di oggi e ho pensato soprattutto al percorso narrativo che in questi anni ci ha proposto il noto psicanalista e scrittore Massimo Recalcati quando parla di Ulisse e del figlio Telemaco (che aspetta il ritorno del padre) ………nel figliol prodigo vi è il tema centrale del perdono e molto altro ……da laica trovo sempre molto interessanti queste incursioni in ambito cristiano/cattolico e alcune urgenze di aggancio alla contemporaneità.
Il “figliol prodigo” potrebbe ricordare quello che il professor Massimo Recalcati chiama il figlio “narciso” dell’attuale società orizzontale , che sperpera i beni paterni e tocca il fondo in tutti i sensi , ma che ad un certo punto torna sui suoi passi e comprende l’importanza delle sue radici e del suo “debito” verso il padre , quella che sempre Recalcati chiama l’”eredità” paterna . In questa antica ed evocativa parabola del vangelo c’è il tema del “perdono” ma anche quello del “senso di colpa” che ad un certo punto divora il figliol prodigo e nel romanzo di Roberto Allegri IO SONO FANGO divorerà appunto il personaggio del romanzo che si chiama FANGO e che andrà oltre il suo “senso di colpa “. Mi sono venute in mente le numerose tragedie anche attuali della nostra cronaca in cui spesso non si riesce a perdonare , mariti/padri che non sanno perdonare e che non sanno accettare che le cose possano cambiare in una famiglia , nei rapporti con la moglie , così di figli che compiono drammi indicibili perché non hanno ricevuto il perdono tanto atteso e il senso di colpa li ha devastati tutta la vita senza soluzione . Bisognerebbe dedicare più tempo a parlare di questi temi con lettura di episodi contemporanei in maniera che si possano fornire strumenti emotivi che aiutino genitori e figli a decodificare esperienze e vissuti personali che non portino mai ad estreme conseguenze e a tragedie familiari.
I genitori dovrebbero pensare alla propria “eredità” da lasciare ai figli , un’eredità di tipo morale e fatta del desiderio verso la vita, verso interessi e passioni da coltivare , con padri e madri che con le loro storie , la passione nel proprio lavoro, dal più umile al più complesso e illustre, renda i figli di oggi consapevoli/responsabili di questa preziosa eredità genitoriale e familiare con cui potranno attraversare ogni difficoltà e ogni bivio esistenziale che si troveranno di fronte .
Dunque sono veramente tanti i sentimenti che si ritrovano in questo romanzo : l’abbandono, la perdizione/peccato, l’accoglienza, le aspettative, il risentimento /odio , la compassione /misericordia e il perdono; giustamente un’amica di Facebook mi ha ricordato che è il tema del figlio “prediletto” , un grande tabù della nostra società ……..e anche in questo caso la questione meriterebbe ulteriori riflessioni e confronto .
Un romanzo da leggere per riflettere e per decodificare il contemporaneo rapporto genitori-figli al di là di ogni condizionamento culturale e moralistico.
Stefania Cavallo
28 febbraio 2016