Solo coloro che sono abbastanza folli da voler cambiare il mondo …lo cambiano davvero!Just another WordPress.com site

Archivio per aprile, 2018

Il lavoro c’è: tu non hai voglia di lavorare!

1 maggio 2018.docx.jpg

Il lavoro c’è: tu non hai voglia di lavorare!

E’ vero oggi il lavoro è cambiato, lo abbiamo capito e molti lo hanno capito soprattutto sulla propria pelle.

La concezione del lavoro oggi, quando va bene, orienta a doversi rilanciare anche in ambiti diversi dal proprio, in ambiti nuovi e con riscontri economici anch’essi diversi, spesso più bassi sul piano remunerativo.

Così, quando va bene, si fanno magari più lavori per riuscire a raggiungere un reddito dignitoso che permetta di vivere per mantenersi e mantenere la propria famiglia, per riuscire ad arrivare a fine mese.

Si è aperta una nuova era per il LAVORO che però non è per tutti scontata, non è scontato stare al passo con questa nuova concezione , soprattutto per chi come padre di famiglia oggi perde il lavoro, dopo anni, e non potrà  andare in pensione perché non ancora anziano per la pensione , né più tanto giovane per questo mercato del lavoro, come la storia di Fernando di 64 anni raccontata di recente da Concita De Gregorio sul suo blog, in cui Fernando dice: “Ho lavorato per circa 33 anni e ho, quindi, una anzianità di contributi pensionistici che non mi permette di andare in pensione, non mi permette di avere alcun sussidio e nessun lavoro, se non andare a fare lavori a 200 euro mese che ti umiliano ancora di più” (http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2018/04/25/dopo-una-vita-di-lavoro-trattato-come-un-mendicante/).

Anche Monica di 49 anni racconta alla De Gregorio la sua storia di essersi trovata “senza lavoro”, sogna il lusso di una vita normale : “Vivevo sola dai 23 anni, vita modesta, che non mi ha regalato nessuno, non mi mancava nulla. Da allora niente ferie, ho perso amici e vita privata. Alla gente non interessi. Fingono empatia ma in giro dicono che il lavoro c’è: tu non hai voglia di lavorare. Otto anni fa io e i miei abbiamo dovuto lasciare le case dopo 20 anni, mio padre è mancato, così, perso l’ennesimo lavoro, mi sono trasferita da mia madre dove vivo oggi. Ho lavorato precariamente a cifre inique. Hai perso il lavoro da un po’? Non hai molte possibilità. Alcuni Enti preposti ne sanno meno di te. Difficile spiegare come ci si senta, quasi 50enne, a dover chiedere per comprare un paio di scarpe.” (http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2018/04/29/sogno-il-lusso-di-una-vita-normale/).

Non è veramente facile per chi si trova in questa situazione e non solo per i giovani.

Si fa presto a liquidare la questione con frasi e pensieri “facili” o ricette auto-motivazionali all’americana del tipo “se tu vuoi, tu puoi!”, credo che sia giunto il tempo di essere realistici e meno diplomatici perché “perdere il lavoro”, un lavoro a cui ci si è dedicati profondamente per anni, significa “elaborare un lutto” e con questo lutto si devono fare i conti, che piaccia o no.

Mi sono occupata molto e per anni di chi ha perso il lavoro e ne ho scritto molto : “Il LAVORO una dimensione ed una necessità antropologica che nasce già da quando si è bambini, secondo la Montessori che aveva colto nei più piccoli questo continuo slancio al fare , alla laboriosità ludica .

Una parola che oggi fa discutere e riflettere perché invisibile e spesso negata, perché siamo in una stagione della nostra vita in cui si dice che la nostra è una società “del lavoro che non c’è” .

In questi anni la RICERCA del lavoro è fatta in modo spasmodico e spesso senza un esito , togliendo ai RICERCATORI   LAVORATORI   quel sentimento di speranza che come dice lo psichiatra Vittorino Andreoli cambia il nostro comportamento nel momento in cui la evochiamo e la attiviamo mentalmente.”

E ancora :” Quando non si ha più il LAVORO , a qualsiasi età e ancora in fase come si dice produttiva quindi anche over 50 , ciò che viene intaccato, minato è soprattutto il valore della propria identità come PERSONA , si diventa quasi invisibili , si fa in modo di essere invisibili perché ci si vive come delle “vite a perdere”, con una dimensione di socialità inesistente in cui non vale più nulla, né le proprie esperienze accumulate negli anni e con gli studi , né il proprio bagaglio professionale .

Ecco allora che di fronte allo scenario attuale della crisi nel  mondo del lavoro si può reagire attraverso una rete di protezione perché dietro   i dati Istat   della disoccupazione , dietro a questi drammatici numeri , ci sono soprattutto i drammi e le sofferenze di persone e famiglie quelle rappresentative delle “nuove povertà” .   E’   importante capire ed indagare meglio il sentimento di “ insicurezza” che pervade la nostra società , accompagna l’attuale disoccupazione e questa crisi economica “.

Ho creato, anni fa , il mio blog LAVORATORI ACROBATI per raccontare anche questo tipo di storie e partii proprio dai licenziati dei wagon-lits e mi fa piacere ricordare quei momenti che raccontai nel mio libro “Lavoratori acrobati. Pensieri, immagini e racconti di crisi”, li chiamai “I lavoratori senza treno e senza lavoro”. Era il 2011!

Poi ho affrontato il tema del “Auto Mutuo Aiuto” per chi ha perso il lavoro o è precario, con la mia proposta di “esperienze di mutuo soccorso” che si realizzano grazie al singolo contributo o attraverso gruppi di persone e possono fare il salto verso le Istituzioni e diventare più operative , acquistare così   un’efficacia maggiore e capillare , iniziando a pensare che dei “percorsi culturali umanistici” sono possibili in questo ambito e che bisogna investire nella possibilità di un cambiamento culturale della società, con uno sguardo al concetto di servizi sociali e di aiuto alle persone che superi il tradizionale assistenzialismo per orientarsi   invece verso un concetto di “cooperazione” tra chi aiuta e chi è aiutato , in maniera di gestire insieme un rapporto di fiducia reciproco e di ricostruzione sociale.

AMA gruppo

Questa era la mia definizione di “Acrobati del lavoro” : “ uomini e donne , giovani e meno giovani tutti Lavoratori Acrobati che per riuscire a sopravvivere si sono dotati anche loro di grandi capacità acrobatiche , come quegli atleti che sfidano tanti rischi per non cadere e che spesso sono sprovvisti di reti di sostegno e di salvataggio”.

 Da qui , oggi, il mio ragionare sulle “reti di sostegno” necessarie .

 

Stefania Cavallo

30 aprile 2018

Pensiero del mese: Davide docet!

Davide

Davide che vince su Golia , metafora che mi piace evocare, dal momento che spesso ho perso. Saper perdere poi vuol dire rialzarsi e non è da tutti . Chi vince deve avere l’umiltà di sapere che gli è andata bene per una serie di convergenze , anche il proprio faticoso impegno nel voler vincere , ma deve essere consapevole che nessuna vittoria dura in eterno. La posta in gioco è sempre alta, quando si ingaggia una battaglia per una giusta causa, e guadagnarsi la vittoria non è mai scontato , Davide docet!

 

Stefania Cavallo

28 aprile 2018

Lettera ai Basianesi

Lettera ai Basianesi

 le esperienze che ricorderemo per sempre, in uno scambio di reciproco arricchimento di umanità, sono quelle dell’incontro e della condivisione di un momento comune tra persone e storie diverse tra loro e non certamente la condivisione di oggetti

 

Davide

Cari Basianesi,

da oggi mi considero una vera basianese anch’io, dopo l’esito del Referendum sulla fusione.

Questa è ovviamente solo una battuta per dirvi GRAZIE DI CUORE per aver ascoltato e condiviso in tanti le ragioni del NO il 22 aprile scorso.

Se sapeste quanto ci siamo impegnati per questo risultato !

Con i compagni di viaggio di questa avventura del Comitato del No non ci speravamo proprio in un tale risultato.

Eravamo proprio come Davide e Golia, noi ovviamente eravamo Davide, perché non potevamo competere con chi affermava il SI e la marea di volantini di tutte le misure , di tutti i colori e di tutte le tipologie, che ci avevano letteralmente sommersi.

Siamo usciti con comunicazioni mirate , perché sapete hanno un certo costo economico in auto-finanziamento , e alla fine non abbiamo nemmeno esposto i tabelloni del NO negli appositi spazi di affissione comunali ……..però ci siamo spesi con i banchetti in giro per Basiano e abbiamo parlato molto con le persone che incontravamo per ragionare insieme perché No e non Si a questa idea di Fusione che queste amministrazioni volevano decidere e realizzare per le nostre due comunità, ma senza averci coinvolto nella maniera e nei modi secondo noi appropriati .

Personalmente ho apprezzato molto, anche nella giornata di domenica scorsa, l’aver parlato con molte persone e l’aver riconosciuto una certa vicinanza e questo mi ha molto emozionata, forse da qui ho pensato che avremmo potuto farcela.

Sapete sono abituata a perdere e l’aver vinto per la prima volta in vita mia per una giusta causa, come quella di decidere sulla Fusione tra Basiano e Masate, è stato da un lato un po’ strano per l’incredulità e dall’altra una gioia immensa perché non mi sono sentita più sola , un po’ come “Don Chisciotte e i mulini a vento” di altre lotte civiche , ma insieme a tante brave persone che come me capivano che quello che si voleva far scegliere ,“senza scegliere” in realtà , sopra la nostra testa, non poteva funzionare, almeno con quelle premesse e modalità di non partecipazione attiva dei cittadini.

Ora penso che questa bella sensazione non potrà terminare qui e credo che potremo fare altre lotte insieme cari Basianesi ,se ce ne sarà bisogno, e ora sappiamo anche che ognuno di noi è  un Davide che  può vincere contro il gigante Golia.

Ora sappiamo e crediamo di esserci assunti l’importante  responsabilità di essere una “voce” e non  un’eco .

Nel dirvi che l’esserci incontrati così ora, è qualcosa che resterà per sempre nel mio cuore, così come mi auguro resti nei vostri cuori, vorrei allora salutarvi e regalarvi queste belle parole tratte dal testo “Il canto dei nuovi eroi” di un’amico (Oscar Di Montigny):

”Visitatori di questo Tempo , viandanti di questo Luogo, abbiamo un proposito per il nostro viaggio: diventare parte attiva nella determinazione di un nuovo sistema economico e sociale che rimetta al centro, quale oggetto della nostra progettualità e della nostra felicità, l’Uomo e la sua coscienza”.

Qui nel video che segue potete ascoltare il testo integrale :

Questo è forse per tutti noi :

“un nuovo inizio, dove non è più necessario scoprire bensì, semplicemente, riscoprire”.

Grazie ancora a voi cari Basianesi e non perdiamoci di vista!

COMITATO DEL NO

Stefania Cavallo

24 aprile 2018

Fusione , destino ineluttabile o libera scelta?

Fusione , destino ineluttabile o libera scelta?

 

 Domande

 

Una nostra breve riflessione sulla serata di ieri all’assemblea del Comitato del SI.

Il Sindaco del Comune di Vimercate, Francesco Sartini, è stato ok nel non “vendere” solo la bontà della Fusione, introducendo ad un certo punto anche l’elemento delle possibili “difficoltà” per una definitiva “maturità” o meno della FUSIONE.

Intervento del Sindaco di Verderio , forse un po’ soporifero, pur essendo l’unica testimonianza di Fusione, presente al tavolo dei  relatori invitati,  realizzata nel 2013 con la vittoria del SI , però solo dopo ben tre referendum svolti in 20 anni .

Abbiamo “riconosciuto” un presidente del comitato del SI, quello che ha presentato la serata e ha illustrato alcuni passaggi “solo “positivi del processo di Fusione. Qualche lezioncina sul bilancio e nient’altro. Certo i soldi che dovrebbero arrivare ai nostri comuni sarebbero molti, se passasse il SI …….ma il condizionale resta d’obbligo.

Nessun intervento dei due Sindaci dei nostri due comuni seppur presenti , un loro silenzio che “parla” molto , almeno per chi sa decodificare anche queste modalità comunicazionali .

Chi non si lascia ingannare non è stato zitto , non ha taciuto come quasi tutto il pubblico presente proprio perché era già gente del SI che era meglio che non facesse domande , nemmeno di chiarimento su una tematica piuttosto complessa e delicata .

Si è parlato di un unico comune più grande , con un unico Pgt che comunque  in realtà c’è già come Unione se non con qualche piccola diversità nelle norme , peccato che su questo unico comune e unico Pgt  piomberà come “un’unica tegola” anche la questione BIOGAS con i due impianti previsti ( ma di questo non si può parlare ora  ……..!!!!).

Domande di Cosimo Parisi

Le domande fatte al Sindaco di Verderio:

Quale programmazione della spesa prima della Fusione , cosa che da noi non si è fatta?

Quale similitudine di bilancio dei due enti?

Come sono state investite le entrate nella vostra esperienza di fusione ?

 Al Sindaco di Vimercate :

I dipendenti potrebbero diminuire con licenziamenti?

Riflessione finale :

Le associazioni che sono divise.

Quale Unione? I Sindaci della stessa parte politica (PD) non dimostrano “unione” nemmeno in sala questa sera. Masate ci porta in dote un BIOGAS che col Pgt modificato sarà sicuro che lo riceveremo GRATIS!

Le nostre domande molto pertinenti sulla mancanza di progettualità della Fusione proposta nei nostri comuni , e su altri pezzi mancanti del puzzle , rispetto all’esperienza illustrata dal sindaco di Verderio, hanno spiazzato e hanno smascherato pubblicamente una “recita” che in verità non prevedeva alcuna domanda o riflessione a voce alta.

“Più si vedono le difficoltà, più la Fusione è matura, altrimenti diventa un problema!” queste le parole del Sindaco di Vimercate , il quale è capitato , forse con qualche imbarazzo, a testimoniare in quel contesto e mi sarebbe piaciuto porgli un’altra semplice domanda , ossia “siccome dopo solo un anno dal suo mandato di sindaco ha sciolto l’unione del suo comune con gli altri 3 comuni limitrofi , come è riuscito poi Vimercate a mantenersi -da sola- ?”. Sembra che ci riesca bene comunque .

Stiamo comprendendo molte cose in queste settimane come ad esempio il fatto che la Fusione non sia un destino ineluttabile per le comunità’ e nemmeno l’unione, da cui si può uscire con le giuste motivazioni e laddove ci siano squilibri tra le diverse comunità’ , non omogeneità ne’ sul piano economico-finanziario ne’ sul piano socio-culturale tra i due enti da “fondere” e ci sono diverse esperienze in tal senso allora cos’altro non ci hanno detto? Cosa si poteva fare e non è stato fatto in questi anni di Unione ? Perché non si sono scelte altre strade , altre soluzioni? Quali i passaggi mancanti e mancati in questi processi istituzionali e non ? Cosa si poteva e doveva presidiare meglio ? Cosa si dovrà presidiare a Fusione approvata?

E il Sociale ?…….rimane “questo sconosciuto”.

Una cosa è certa , la Fusione resta un passaggio delicato da gestire molto bene, salvo trovarsi in grossi problemi laddove non si vedano le difficoltà che emergono , perché non si hanno le giuste lenti o le giuste abilità per gestire un comune unico più grande. Ci penseranno i futuri amministratori eletti con le prossime elezioni ! Ma come …….???

Resta la certezza imbarazzante e plastica di una grande forzatura politica di questa Fusione auspicata dai nostri amministratori e lo sta dimostrando, in questi ultimi giorni, proprio la rincorsa dei suoi sostenitori nel tappezzare in maniera esagerata e spregiudicata ogni centimetro delle nostre strade e delle nostre cassette postali . Quali i costi di tutto questo ? Chi paga tutto questo? Ancora : “Fusione , destino ineluttabile o libera scelta?”

Un ultimo quesito resta, ossia che con “i chiari- scuri” a livello politico nazionale, senza ancora una formazione di governo avvenuta e con l’elevata possibilità di tornare al voto , anche i progetti di Fusione in itinere potrebbero saltare, nel senso che potrebbero non ricevere i contributi previsti , a seconda del colore che avrà il nuovo governo  ….. “E QUINDI”?

Un  “E QUINDI ?” che è rimbalzato ieri sera  senza risposte e senza alcuna certezza.

“E QUINDI ?” con il punto interrogativo, sembra non essere un’espressione prevista dai sostenitori del SI, non degna di risposte a loro vedere e anche questo dovrà far riflettere i cittadini che siamo certi andranno a votare con coscienza il prossimo 22 aprile .

Stefania Cavallo e Cosimo Parisi

19 aprile 2018

 

 

COMITATO del NO BIOGAS MASATE , Gessate 12 aprile 2018

agli agguerriti cittadini masatesi,

nostri nuovi eroi

 senza la cui battaglia

tutti i nostri singoli contributi sarebbero vani

12 aprile NO Biogas

Una serata, quella di giovedì sera a Gessate, con una sala consiliare gremitissima . In questa foto, la Presidente del Comitato No Biogas Masate, Licia Zacchi, insieme sulla sinistra a Maria Teresa, Davide e Marco Stagni sempre del Comitato No Biogas Masate ( Sabrina Guidetti, Elda e molti altri ….) .

Interventi molto chiari e interessanti sul progetto di insediamento di due impianti di biogas che suscitano molte perplessità e contrarietà da parte dei cittadini masatesi .

Per l’esattezza, si tratta di due impianti, il primo di biodigestione anaerobica per la produzione di energia elettrica fino 300MW da fonti rinnovabili (biometano da FORSU) di ENERGA MASATE SRL , insediamento in Masate SP 179+SS525 e nuova variante ex SS11 Località Villa Fornaci Fraz. Gessate. Il secondo impianto è di biodigestione anaerobica upgrading per la produzione di metano da FORSU di BIO-ENERGY ITALIA SRL insediamento in Masate SP 525.

 

Qui di seguito il link della stampa locale sulla serata :

http://lamartesana.it/attualita/masate-il-biogas-fa-il-tutto-esaurito-anche-a-gessate/

 

Sono intervenuti diversi relatori a fianco del Sindaco di Gessate che col Comitato civico di Gessate ha ospitato i fautori del Comitato No Biogas Masate. Sindaci , di Trezzano Rosa e di Pessano con Bornago presenti al tavolo dei relatori, esponenti politici di diversi Enti , come Massimo De Rosa della Regione Lombardia, sempre presente ed attento in tema ambientale, così come Alessandro Braga, presente nella veste di consigliere di Città metropolitana e Massimo Gatti , sempre presente anche lui a sostegno delle giuste cause a tutela del territorio , tutti hanno preso la parola parlando di soluzioni possibili e di possibili alternative.

biogas

Apprezzato l’intervento molto chiaro , anche se specificatamente tecnico, del Prof. Davide Facchinetti dell’Università Statale di Milano che ha proposto soluzioni alternative ai due impianti in progetto, parlando anche di impianti piccoli e ben distribuiti sul territorio . Ha illustrato come il “BIOGAS” sia un’opportunità, però da sfruttare bene.  Molte le domande e gli interventi dal pubblico presente

Ho molto apprezzato il confronto su questi impianti tra “il ricercatore in ambito medico-tossicologico” , ossia il Sindaco di Gessate, e il Prof. Facchinetti , “l’esperto di BIOGAS” che quasi all’unisono hanno illustrato alcuni rischi , sia per la salute delle persone, sia per il territorio interessato.

Si è parlato di materiale diverso che può entrare in questi impianti, come antibiotici e metalli pesanti; si è criticato il grosso impianto con una tecnologia superata e molto impattante sul territorio; si è parlato di un’area ad alta vulnerabilità (e attualmente di grande pregio agricolo) ; si è accennato al problema degli sversamenti , un rischio elevato; si è parlato di limiti di emissione in caso di incidente; si è parlato dell’inquinamento alimentato da 150 mezzi pesanti al giorno su strade a due corsie e zone ad alto traffico pendolare; si è parlato di collocare questi impianti dove ci sia però una piattaforma ecologica.

Infine, ci si è espressi in termini di “pubblica utilità” e di valutazione oggettiva costi-benefici , una tappa mancante in questo processo di realizzazione dei due impianti previsti.

Il sindaco è responsabile della salute dei cittadini e non bisogna dimenticarlo.

Molte le perplessità e le preoccupazioni espresse dagli interventi del pubblico presente in aula e molte le questioni aperte , come il diverso ruolo tra i vari soggetti coinvolti , come CEM e i sindaci dei comuni consorziati , il ruolo del privato proponente , i responsabili di Città Metropolitana e della Regione.

Quando si pensa di creare un impianto di BIOGAS, si tratta di un processo che deve svolgersi in totale trasparenza , da condividere con le popolazioni interessate.

Un processo che deve   garantire certamente la salute dei cittadini , tutte le questioni e criticità annesse e inoltre deve dire quali sono i “benefici” anche di tipo economico per le popolazioni coinvolte.

All’Estero, queste sono questioni molto frequenti e ci sono pochi comitati “CONTRO”, perché la popolazione viene coinvolta e può condividere i diversi progetti di impatto ambientale, come in questi casi, dopo un percorso di conoscenza e di reale scelta.

In sintesi , una soluzione c’è , ma questa del progetto proposto non è certo “la soluzione”.

La partita è tutta politica , la posta in gioco è molto alta, ma né il Comitato del NO BIOGAS MASATE né tutti i sindaci presenti a questo incontro cederanno nel loro continuare a far valere le giuste possibili alternative e proposte , anche alla luce della prossima scadenza in cui dovrà pervenire l’autorizzazione e si è parlato del 7 maggio prossimo.

Infine e in sintesi dei forti interessi presenti in questa faccenda , ripropongo perché mi ha colpito il rievocarla, la seguente citazione del Prof. Facchinetti:

“Seguite il flusso del denaro e scoprirete i responsabili” ( Falcone e Borsellino)

Ai prossimi incontri .

LINK SU FB del COMITATO NO BIOGAS MASATE, dove potete trovare, in versione integrale , la lettera del Sindaco di Masate in risposta alla sua assenza all’ assemblea di Gessate :

https://www.facebook.com/search/top/?q=comitato%20no%20biogas%20masate

Stefania Cavallo

15 aprile 2018

COMITATO NO FUSIONE BASIANO MASATE: ASSEMBLEA PUBBLICA 14/04/2018

LE PAROLE FUSIONE

 

Nota doverosa aggiornata al 23 maggio 2019 :

Penso che i Comitati debbano fare i Comitati (vd. ad esempio a Basiano il Comitato No Fusione) , nel momento in cui decidono di entrare nell’arena politica in qualche modo perdono di credibilità e rischiano di tradire la propria origine che si definisce apolitica e indipendente, appunto sino a prova contraria !

In questi casi poi non si capisce più chi strumentalizza e chi invece viene strumentalizzato in una sorta di “balletto” un po’ stucchevole e piuttosto esplicito con le forze politiche più gettonate del momento , al di là di ogni immaginabile ingenuità. 

Mi spiace molto che sia capitato con questa causa inglobata da una lista civica, supportata da forze politiche di destra, che si presenta per le imminenti elezioni comunali di Basiano.

Ovviamente prendo le distanze da questa decisione arbitraria, che non mi rappresenta nella maniera più assoluta, e da questa lista.

Stefania Cavallo

 

Assemblea pubblica NO FUSIONE , 14/04/2018

IMG_0486-1280x853

Fonte della foto : http://lamartesana.it/politica/referendum-basiano-masate-no/

Apertura del Dr. Maurizio Fogli , Presidente del Comitato del NO ed ex Assessore ai Servizi Sociali di Basiano  , segue primo intervento della sociologa Dott.ssa Stefania Cavallo (il mio)  e secondo intervento del Dr Paolo Moretti , ex-Sindaco di Basiano , infine gli interventi dal pubblico .

Il mio discorso vuole  lanciare questo appello finale:

“Se non vi siete trovati bene con la vostra amministrazione , se avete avuto problemi che non hanno ricevuto ascolto nel luogo che era deputato a trovare soluzioni o alternative , non bisogna continuare ad aiutare chi oggi vuole la Fusione , con premesse/promesse inesistenti. Ne riparleremo con idee nuove, col sociale, con iniziative e misure attente alle persone . Grazie per l’attenzione”. Stefania Cavallo

NO! No Fusione

I° Intervento :   “Fusione” vuol dire incontro con l’altro. Questo è uno sguardo al cambiamento che va costruito nella quotidianità”

Ecco di seguito il mio intervento integrale :

Testimone del NO :

IL MIO NO CONVINTO ALLA FUSIONE DI BASIANO CON MASATE

Bisogna saper indagare i tessuti sociali delle comunità che abitiamo,

chi le amministra e conoscere le relazioni tra le persone

 “Fusione” vuol dire incontro con l’altro. Questo è uno sguardo al cambiamento che va costruito nella quotidianità

 

Questo mio intervento parte da un’esperienza autobiografica e vuole raccontare con lenti di tipo social-sociologico il mio NO alla Fusione delle nostre due comunità.

Le mie argomentazioni vanno al di là dei numeri , seppur importanti , perché parlo di “tessuto sociale” e di comunità , di persone e non esistono scelte politiche che esulino dal considerare “le persone” , le ricadute sociali e locali in termini di benefici che gli stessi cittadini possano avere.

Intanto, vorrei ricordare che i “NO aiutano a crescere” come cita il noto pedagogista americano Asha Philips , col suo best-seller, e non è una narrazione di regole e ricette su come si fa a dire di NO, mentre i “PERCHE’ ?” , cioè il porsi degli interrogativi , aiutano a capire e ad indagare meglio l’esistente per poter fare delle scelte più consapevoli .

Ora vorrei sottolineare anche che ognuno ha un suo percorso personale ed è giusto ricordarlo, al di là di “parole” e “giudizi” a volte frettolosi di chi tende a generalizzare e confonde diversi piani e soprattutto perde di vista la dimensione umana, cioè le “persone” .

Ecco il mio contributo non può prescindere dal considerare “le persone” , quindi cosa voglia dire abitare nelle nostre comunità da diversi anni, come la sottoscritta.

Abito a Basiano dal 1980 e non mi sono mai tirata indietro quando bisognava darsi da fare per attivare iniziative che potessero creare momenti aggregativi , come quelli anche legati a temi di importante sensibilizzazione culturale e sociale.

Sono tra chi può dire, con un certo orgoglio, di aver collaborato un po’ con tutti , sia a Basiano, sia a Masate , al di là delle posizioni partitiche opposte e dei vari personalismi , posso dire di aver sempre fatto dei bei pezzi di strada con persone di elevato spessore civile, umano e di buon senso, su questioni importanti, come ad esempio il tema del “lavoro” nei momenti di crisi economica del nostro territorio.

Arrivavo da Milano, con la mia famiglia, e non ci è voluto molto a capire che tra Masate e Basiano , così come tra le due parrocchie e fuor di metafora , c’era già e c’è sempre stata una contrapposizione tra “campanili”.

Ho vissuto , come tutti, il passaggio all’Unione dei servizi tra i due comuni e le contrapposizioni storiche e personali, anche tra alcuni esponenti di una stessa realtà partitica , dei due comuni diversi, contrapposizioni che hanno continuato a protrarsi sino all’oggi.

E arriviamo all’oggi.

Oggi queste due comunità esprimono la realtà della scelta per la Fusione , un processo piuttosto lungo che di fatto coronerebbe un “matrimonio” che da un punto di vista amministrativo creerebbe un unico Comune e tutto diventerebbe UNO , quasi a ricordare qualcosa di “divino” , “Uno e indivisibile”.

Nonostante ciò a Basiano si è creato un agguerrito “Comitato del NO alla Fusione” e questo da un punto di vista sociologico mi fa pensare al fatto del PERCHE’ si dica NO alla Fusione, se c’è stata condivisione nella comunicazione tra Amministrazioni e i cittadini? Come mai nelle comunità in cui c’è coinvolgimento nel processo comunicazionale Ente-Cittadini invece non si creano comitati contrapposti?

Guardando i documenti e alcune tabelle fornite e recuperabili sul sito, dallo studio dell’ANCI, si può cogliere che le voci corrispondenti alle casse di Masate in termini di risorse economiche introitate sono sempre più basse di quelle di Basiano e allora c’è da chiedersi come mai? Come mai un comune come Masate non riesca a recuperare i suoi tributi dagli abitanti e perché sia sulla bocca di tutti che Masate si trovi in crisi economica , quindi veda come una manna la Fusione con Basiano ?

Ritengo che un conto sia potersi permettere il lusso di  contestare per ideologia o per spocchia personale ,  un conto sia  dissentire perché  si è stati informati, coinvolti  e  “tirati per la giacchetta”  da  fatti  , persone e situazioni  precise e difficilmente opinabili.

Ho avuto modo di vivere di persona, un’esperienza molto negativa a Masate , ancora imbarazzante il rievocarla, con la chiusura del circolo ACLI e ancora oggi mi chiedo come possano una comunità e un’amministrazione, che non intervengono per salvare e tutelare pezzi della propria storia,  nel riuscire culturalmente a fare un salto così , come una Fusione con un’altra comunità ? Come fa una comunità così , come Masate, a estendere il proprio sguardo all’adiacente comunità , se cancella “senza se e senza ma” realtà in cui le persone, di ogni età, si incontravano e passavano del tempo della loro vita, per scambiare momenti lieti , di condivisione di uguali interessi e svago in cui riconoscersi ?

Che siano le sole sviste verificatosi nell’ambito di questa comunità?

Ad esempio, ricordo che sarebbero dovuti arrivare a Masate finanziamenti privati ( della Moratti ecc.) per risistemare il campo sportivo, l’asilo parrocchiale e la struttura in cui risiedeva il circolo ACLI……. ma che ne è stato?

Che credibilità sul piano della storia legata alla capacità di socializzazione può portare in dote , una realtà come Masate per Basiano? Ma potrei chiedermi lo stesso di Basiano per Masate.

“Fusione tra più comunità” implica un processo di partecipazione attiva dei cittadini, il “farsi comunità” è qualcosa che si pratica e nasce dalla frequentazione di spazi comuni intergenerazionali in cui le persone possano riconoscersi e scambiare esperienze. Fusione vuol dire incontro con l’altro .

Credo di non dire nulla di nuovo se accenno al fatto che esistono due Associazioni dei pensionati, in ciascun comune,   che di norma organizzano separatamente , da quando sono nate, il pranzo di Ferragosto e quello di Natale.

In sintesi, dal punto di vista ideale ma anche più razionale, sarebbe stupido non essere favorevoli alla Fusione tra due o più comunità , come ho già detto altre volte, ma è evidente che si tratti di un’affermazione solo provocatoria , per quanto mi riguarda, perché non lo può decidere un Ente dall’alto, magari per sistemare i propri conti, per illudere e illuderci che i tanti soldi che arriveranno per questa operazione sistemeranno tutto e creeranno comunità più virtuose , perché non funziona così!

Perché è qualcosa che si decide dal basso e cioè lo decidono i cittadini e saranno i cittadini a pronunciarsi a riguardo il prossimo 22 aprile.

In discussione , per quanto mi riguarda, è la messa in opera di un “processo non collettivo di partecipazione” , in cui i cittadini avrebbero potuto essere veramente parte attiva di decisioni importanti del cambiamento che li riguarda da vicino . Cosa che non è avvenuta.

Ora , i tempi sono pronti perché i cittadini possano fare la differenza.

A votare a questo Referendum , senza quorum necessario di partecipazione, saranno gli stessi cittadini, di Basiano e di Masate, che conoscono bene le proprie comunità, e mi auguro abbiano memoria delle promesse non mantenute e magari non ancora realizzate da parte di questi amministratori e in questi anni mi auguro abbiano imparato a prendere le misure , abbiano conosciuto meglio questi amministratori, rispetto a ciò che potevano fare e purtroppo non hanno voluto fare per oculata strategia, peggio se per non-curanza, peggio ancora se per indifferenza e oblio di quel sentimento del “farsi comunità” del quale magari amano “bearsi” , in maniera funzionale , ma che poi   non sanno realizzare concretamente , in maniera autentica, per “n” motivi , e   preferisco lasciare a tutti voi decidere se si tratti di   incompetenza politica e/o di scarsa sensibilità umana e sociale.

“La cultura è ciò che ci permette di riconoscerci gli uni negli altri “ cita il noto giurista costituzionalista Gustavo Zagrebelsky.

La cultura serve a renderci conto di dove siamo , così come da dove veniamo e dove andiamo , no? Comprendere e comprenderci , non come fatto individuale ma collettivo .

Che posto ha la cultura nella vita di una società? La cultura fa sì che molte persone che non si conoscono di fatto però si riconoscono come partecipi in qualcosa di comune , ad esempio nel patrimonio artistico o nel patrimonio locale ecc. .

Cultura vuol dire esercizio della democrazia.

Stefania Cavallo

14 aprile 2018

 

 

II° Intervento del Dottor Paolo Moretti , ex-sindaco di Basiano 2009-2014

Riflessioni su  Dati estratti dallo Studio per la fusione dei Comuni di Basiano e Masate (ANCI) http://www.unione.basianomasate.mi.it

 

Confronto vuol dire esercizio della democrazia!

Fusione è partecipazione

Quello su cui bisogna riflettere a livello politico è il senso di responsabilità sulle conseguenze delle azioni che i dirigenti politici fanno, bisogna concentrarsi su questo.

Nel 2016, dissi che ero per la “fusione”, era ovviamente una provocazione e lo si evince da tutto il pezzo che ho scritto all’epoca (https://www.facebook.com/groups/209869342550182/permalink/602830539920725/), inoltre non ero né amministratore politico in comune, né esponente della minoranza ed ero uscita di scena, dopo aver perso le lezioni amministrative del 2014 con la mia “mitica” lista civica.

Da sempre, sono molto sensibile alla questione “culturale” che calza molto bene in tema di quali siano le premesse per un reale processo di “condivisione” di eventuali cambiamenti proposti ai cittadini :

“La cultura è ciò che ci permette di riconoscerci gli uni negli altri “ cita  Gustavo Zagrebelsy.

Qui il senso è che la Cultura serve a renderci conto di dove siamo , così come da dove veniamo e dove andiamo.  Comprendere e comprenderci , non come fatto individuale ma collettivo .

Quale la sfida culturale e del welfare sociale  per la nostra comunità ?

La cultura fa sì che molte persone che non si conoscono di fatto   però si riconoscano come partecipi in qualcosa di comune , ad esempio nel patrimonio locale , così come in una mutualità di valori sociali condivisi.

Nell’idea di “Fusione” che ci vogliono far credere già realizzata, domandiamoci anche : “Che posto ha la cultura , il lavoro, la società , i diritti civili , i nuovi bisogni di socialità , l’ambiente e  la tutela di tutto questo ?”

 

Ho accennato all’Associazione EMA Pesciolino Rosso di Papà Gianpietro che molto sta facendo per i nostri giovani e adolescenti insieme a Carolina Bocca (trovate un mio contributo sempre su questo blog:https://stefaniacavallo.wordpress.com/2018/03/31/soffia-forte-il-vento-nel-cuore-di-mio-figlio-carolina-bocca/)

ema

Stefania Cavallo

14 aprile 2018

Testimone del NO : IL MIO NO CONVINTO ALLA FUSIONE DI BASIANO CON MASATE

Bisogna saper indagare i tessuti sociali delle comunità che abitiamo, chi le amministra e conoscere le relazioni tra le persone
“Fusione” vuol dire incontro con l’altro. Questo è uno sguardo al cambiamento che va costruito nella quotidianità
Questo mio intervento parte da un’esperienza autobiografica e vuole raccontare con lenti di tipo social-sociologico il mio NO alla Fusione delle nostre due comunità. Le mie argomentazioni vanno al di là dei numeri , seppur importanti , perché parlo di “tessuto sociale” e di comunità , di persone e non esistono scelte politiche che esulino dal considerare “le persone” , le ricadute sociali e locali in termini di benefici che gli stessi cittadini possano avere.
Intanto, vorrei ricordare che i “NO aiutano a crescere” come cita il noto pedagogista americano Asha Philips , col suo best-seller, e non è una narrazione di regole e ricette su come si fa a dire di NO, mentre i “PERCHE’ ?” , cioè il porsi degli interrogativi , aiutano a capire e ad indagare meglio l’esistente per poter fare delle scelte più consapevoli . Ora vorrei sottolineare anche che ognuno ha un suo percorso personale ed è giusto ricordarlo, al di là di “parole” e “giudizi” a volte frettolosi di chi tende a generalizzare e confonde diversi piani e soprattutto perde di vista la dimensione umana, cioè le “persone” . Ecco il mio contributo non può prescindere dal considerare “le persone” , quindi cosa voglia dire abitare nelle nostre comunità da diversi anni, come la sottoscritta.
Abito a Basiano dal 1980 e non mi sono mai tirata indietro quando bisognava darsi da fare per attivare iniziative che potessero creare momenti aggregativi , come quelli anche legati a temi di importante sensibilizzazione culturale e sociale. Sono tra chi può dire, con un certo orgoglio, di aver collaborato un po’ con tutti , sia a Basiano, sia a Masate , al di là delle posizioni partitiche opposte e dei vari personalismi , posso dire di aver sempre fatto dei bei pezzi di strada con persone di elevato spessore civile, umano e di buon senso, su questioni importanti, come ad esempio il tema del “lavoro” nei momenti di crisi economica del nostro territorio (tema sul quale il Pd latitava …….infatti organizzai  una serie di incontri con Sel  ed esponenti della sinistra locale).
Arrivavo da Milano, con la mia famiglia, e non ci è voluto molto a capire che tra Masate e Basiano , così come tra le due parrocchie e fuor di metafora , c’era già e c’è sempre stata una contrapposizione tra “campanili”. Ho vissuto , come tutti, il passaggio all’Unione dei servizi tra i due comuni e le contrapposizioni storiche e personali, anche tra alcuni esponenti di una stessa realtà partitica , dei due comuni diversi, contrapposizioni che hanno continuato a protrarsi sino all’oggi.
E arriviamo all’oggi. Oggi queste due comunità esprimono la realtà della scelta per la Fusione , un processo piuttosto lungo che di fatto coronerebbe un “matrimonio” che da un punto di vista amministrativo creerebbe un unico Comune e tutto diventerebbe UNO , quasi a ricordare qualcosa di “divino” , “Uno e indivisibile”.
Nonostante ciò a Basiano si è creato un agguerrito “Comitato del NO alla Fusione” e questo da un punto di vista sociologico mi fa pensare al fatto del PERCHE’ si dica NO alla Fusione, se c’è stata condivisione nella comunicazione tra Amministrazioni e i cittadini? Come mai nelle comunità in cui c’è coinvolgimento nel processo comunicazionale Ente-Cittadini invece non si creano comitati contrapposti?
Fusione è partecipazione
Guardando i documenti e alcune tabelle fornite e recuperabili sul sito, dallo studio dell’ANCI, si può cogliere che le voci corrispondenti alle casse di Masate in termini di risorse economiche introitate sono sempre più basse di quelle di Basiano e allora c’è da chiedersi come mai? Come mai un comune come Masate non riesca a recuperare i suoi tributi dagli abitanti e perché sia sulla bocca di tutti che Masate si trovi in crisi economica , quindi veda come una manna la Fusione con Basiano ?
Ritengo che un conto sia potersi permettere il lusso di contestare per ideologia o per spocchia personale , un conto sia dissentire perché si è stati informati, coinvolti e “tirati per la giacchetta” da fatti , persone e situazioni precise e difficilmente opinabili.
Ho avuto modo di vivere di persona, un’esperienza molto negativa a Masate , ancora imbarazzante il rievocarla, con la chiusura del circolo ACLI e ancora oggi mi chiedo come possano una comunità e un’amministrazione, che non intervengono per salvare e tutelare pezzi della propria storia, nel riuscire culturalmente a fare un salto così , come una Fusione con un’altra comunità ? Come fa una comunità così , come Masate, a estendere il proprio sguardo all’adiacente comunità , se cancella “senza se e senza ma” realtà in cui le persone, di ogni età, si incontravano e passavano del tempo della loro vita, per scambiare momenti lieti , di condivisione di uguali interessi e svago in cui riconoscersi ? Che siano le sole sviste verificatosi nell’ambito di questa comunità? Ad esempio, ricordo che sarebbero dovuti arrivare a Masate finanziamenti privati ( della Moratti ecc.) per risistemare il campo sportivo, l’asilo parrocchiale e la struttura in cui risiedeva il circolo ACLI……. ma che ne è stato?
Che credibilità sul piano della storia legata alla capacità di socializzazione può portare in dote , una realtà come Masate per Basiano? Ma potrei chiedermi lo stesso di Basiano per Masate.
“Fusione tra più comunità” implica un processo di partecipazione attiva dei cittadini, il “farsi comunità” è qualcosa che si pratica e nasce dalla frequentazione di spazi comuni intergenerazionali in cui le persone possano riconoscersi e scambiare esperienze. Fusione vuol dire incontro con l’altro . Credo di non dire nulla di nuovo se accenno al fatto che esistono un’ Associazione dei pensionati e l’altra dei Volontari ( tra cui molti pensionati) , in ciascun comune, che di norma organizzano separatamente , da quando sono nate, il pranzo di Ferragosto e quello di Natale.
In sintesi, dal punto di vista ideale ma anche più razionale, sarebbe stupido non essere favorevoli alla Fusione tra due o più comunità , come ho già detto altre volte, ma è evidente che si tratti di un’affermazione solo provocatoria , per quanto mi riguarda, perché non lo può decidere un Ente dall’alto, magari per sistemare i propri conti, per illudere e illuderci che i tanti soldi che arriveranno per questa operazione sistemeranno tutto e creeranno comunità più virtuose , perché non funziona così! Perché è qualcosa che si decide dal basso e cioè lo decidono i cittadini e saranno i cittadini a pronunciarsi a riguardo il prossimo 22 aprile. In discussione , per quanto mi riguarda, è la messa in opera di un “processo non collettivo di partecipazione” , in cui i cittadini avrebbero potuto essere veramente parte attiva di decisioni importanti del cambiamento che li riguarda da vicino . Cosa che non è avvenuta.
Ora , i tempi sono pronti perché i cittadini possano fare la differenza.
A votare a questo Referendum , senza quorum necessario di partecipazione, saranno gli stessi cittadini, di Basiano e di Masate, che conoscono bene le proprie comunità, e mi auguro abbiano memoria delle promesse non mantenute e magari non ancora realizzate da parte di questi amministratori e in questi anni mi auguro abbiano imparato a prendere le misure , abbiano conosciuto meglio questi amministratori, rispetto a ciò che potevano fare e purtroppo non hanno voluto fare per oculata strategia, peggio se per non-curanza, peggio ancora se per indifferenza e oblio di quel sentimento del “farsi comunità” del quale magari amano “bearsi” , in maniera funzionale , ma che poi non sanno realizzare concretamente , in maniera autentica, per “n” motivi , e preferisco lasciare a tutti voi decidere se si tratti di incompetenza politica e/o di scarsa sensibilità umana e sociale.
“La cultura è ciò che ci permette di riconoscerci gli uni negli altri “ cita il noto giurista costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. La cultura serve a renderci conto di dove siamo , così come da dove veniamo e dove andiamo , no? Comprendere e comprenderci , non come fatto individuale ma collettivo . Che posto ha la cultura nella vita di una società? La cultura fa sì che molte persone che non si conoscono di fatto però si riconoscono come partecipi in qualcosa di comune , ad esempio nel patrimonio artistico o nel patrimonio locale ecc. .
Cultura vuol dire esercizio della democrazia.
Comitato del NO Basiano , ecco il link su Fb :
Stefania Cavallo
2 aprile 2018