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Con enorme piacere suggerisco la lettura di questi due libri , entrambi testimonianza contemporanea significativa in ambito culturale e sociale. Libri necessari per capire e riflettere sulla società migliore che vorremmo.

Rosa noce. Storia d’amore e di passioni di Sergio Infuso

Rosa noce

Sergio Infuso, autore “, per amore e per passioni”, impegnato in attività politiche , di volontariato e di promozione del territorio a Palermo dove risiede. Rosa noce. Storia d’amore e di passioni  è l’edizione aggiornata, con un nuovo capitolo conclusivo , del romanzo Un miscelino per Rosa pubblicato da La Zisa Edizioni nel 2010.

Un libro che invito a leggere , dove “pubblico e privato” della famiglia di Rosa (Rosaria Priolo) si confondono in un unicum di amore e passione civica, sociale e politica.

C’è il grande dolore dell’implacabile malattia di Rosa e il ripercorrere il ricordo dell’autore-sposo di questa donna eccezionale. Attraverso l’amorevole sguardo del marito e compagno impegnato, Sergio, si riesce a conoscere molto bene Rosa, impegnatissima anch’essa nel sociale per il quartiere e per la “loro” Palermo, e la si ama proprio come si può amare una propria cara sorella e la propria migliore amica.

 

É tra quei libri che si apprezzano perché sono densi di umanità, sensibilità ed autentico altruismo e leggendo questo libro ci si immerge in tante situazioni attraversate da tutti questi bei sentimenti e valori, mai dimenticati e persi.

Palermo fa da contesto e scenario privilegiato, in particolare il quartiere “La Noce” con la sua citatissima sezione comunista all’epoca; una città a volte immortalata dai drammi firmati mafia degli anni 70 e 80 , altre volte immortalata dalle innumerevoli umanità, azioni concrete di grandi solidarietà e con sodalizi incredibili , scuole e associazioni diverse, a sostegno di chi è più in difficoltà , perché così si può contrastare la mafia e l’illegalità. Tanto impegno pubblico ancora oggi per Sergio Infuso, l’autore e amico.

Un testo che trasmette i veri valori della legalità di chi ne è testimone autentico e appassionato.

Un percorso emozionale da trasmettere ai nostri giovani affinché sappiano che la libertà e l’etica si conquistano ogni giorno senza abbassare mai la guardia. La grande gioia e sollievo è sapere che esistano questi splendidi testimoni .

Grazie ancora Sergio Infuso .

 

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Godot si è fermato a San Vittore di Alessandra MR D’Agostino

“Se cambi il tuo atteggiamento verso le cose,
cambi le cose.”
(Emil Cioran)
Godot si è fermato a San Vittore
Alessandra MR D’Agostino è mental coach, drammaturga e
regista teatrale. Fondatrice e Docente Tecnico del Benessere
(R.D. 16-406) di Teatro Emozionale/Interattivo ®, nuova
Disciplina artistico/olistica accreditata al Registro Nazionale
ASI DBN-DOS.
Conduce laboratori e microresidenze teatrali all’interno di
Case Circondariali e Comunità di Recupero Terapeutico.
Ideatrice e Tutor del Progetto Culturale Human Book. Ha
già pubblicato “Voice recorder” (2005, Untitled Editori),
“Vertoiba 5” (2008, Zona), “La regola dei salici” con Paolo
Marengo (2010, Kindle), “Giorni” (2011, Zona Contemporanea);
“Sesso mutante. I transgender si raccontano” (2013,
Mimesis), “Ridda” (2017, Zona Contemporanea). È stata
TEDx Speaker presso TEDx Arezzo Ed. 2017.
http://www.alessandramrdagostino.com
alessandramrdagostino@gmail.com
 

 

Godot si è fermato a San Vittore nuovo testo di Alessandra MR D’Agostino è stato pubblicato dalla piccola casa editrice “The Tree Factory”,  una piccola casa editrice facente parte della Cooperativa Sociale Pollicino di Ivrea. La produzione è limitata alla pubblicazione di volumi tattili per non vedenti e ipovedenti , sotto il nome di “Albero della Speranza” e di libri di narrativa e saggistica sotto il nome di “The Tree Factory”.

 

Godot si è fermato a San Vittore è un titolo molto evocativo dal punto di vista letterario, da un lato evoca il noto romanzo autobiografico di Carlo Levi e dall’altro lato il testo teatrale di Samuel Beckett, un dramma associato al cosiddetto teatro dell’assurdo e costruito intorno alla condizione dell’attesa; l’autrice si ispira a Beckett e intitolerà così il suo “Godot Reloaded” come dirà nel testo, nel capitolo “Cinque”.

 

Nella Presentazione del testo si dice:

“L’autrice varca il portone del carcere di San Vittore vestendo

la pelle e i panni di regista teatrale e si immerge nelle viscere

del Raggio Sesto Secondo, il piano abitato da sex offenders,

protetti e transessuali. L’autrice è la prima a stupirsi di quanta

umanità alberghi tra quelle mura. È un’umanità devastata

nell’attesa e dall’attesa che qualcosa possa ridarle il coraggio

di tornare ad avere speranza, dignità e futuro.”.

 

Attraverso la lettura di questo suo testo, la D’Agostino ci accompagna per mano , attraverso quest’esperienza incredibile ed unica nel suo genere di teatro interattivo ed emozionale.

 

Tanta burocrazia , anche a tutela di chi varca questa soglia, e una volta “dentro” quello che accade fa dimenticare il conflitto “dentro-fuori” , tutto sembra normalizzato, si piange e si ride “dentro” , così come accade “fuori” , si recita  e si prova “dentro”, come fanno allievi-principianti e aspiranti  attori che stanno “fuori”, nella società.

 

Parole e situazioni mai pesanti e giudicanti, nell’esperienza narrata tutto avviene e fluisce “come se” ci fosse un copione scritto ma in effetti si tratta di un copione che prevede dei cambiamenti se è il caso e a seconda dei ricordi che affiorano alla mente del singolo detenuto e se ne parla con la regista che può accogliere l’eventuale proposta di modifica nella parte da interpretare in scena. Trovo tutto questo semplicemente fantastico!

 

Un testo importante per chiunque porti avanti l’idea “trasformatrice” di Teatro nelle nostre strutture carcerarie, affinchè arrivi a tutti noi  quella parte umana e compassionevole in cui la sottile linea tra “chi è dentro” e “chi è fuori” svanisce.

 

Il quesito , se si sia prigionieri più fuori che dentro, resta e attiva un processo di riflessione necessaria per tutti sul concetto di libertà e di rispetto per sé e per gli altri , in una sorta di rieducazione sentimentale e sociale “di chi è dentro”, ma utile anche per chi è fuori perché non si è mai completamente esenti dalle scivolate che può riservare la vita.

 

Mi piace terminare queste mie considerazioni con le parole di un allievo di quest’esperienza rivolte alla regista-autrice:

 

“…sì, vedi, alla fine io, ma anche noi tutti

qui non facciamo che aspettare, in un fermo temporale statico

e indefinibile, mentre, fuori, il mondo va avanti, anche

correndo, con le proprie dinamiche e le proprie situazioni.

E mentre là fuori la gente ha la possibilità di crescere, svilupparsi,

integrarsi, accogliere il tempo, facendolo proprio, ammortizzandolo,

reinterpretandolo, noi, qui dentro, restiamo

con la testa e il cuore di quando siamo entrati, ragazzi di dieci,

quindici, venti anni fa, ma imprigionati in un corpo che invecchia

maldestramente, indurendosi nella rabbia dell’attesa.”.

 

Infine, ringrazio ancora Alessandra, autrice e amica,  per avermi dato l’opportunità di leggere il suo bel testo ,  per tutto quello che con la sua  incredibile sensibilità e capacità fa  arrivare di emozionante, soprattutto nel  farci cogliere quello che, solo in apparenza,  sembra non ci tocchi ma che in realtà ci tocca molto da vicino.

“Godot Reloaded” l’ho chiamata questa cosa dagli esiti assolutamente

imprevedibili, ma sicuramente meravigliosi.

Reloaded come una traccia musicale stantia, rimaneggiata e

trasformata, che reca, nel suo cuore, una coreografia semplificata

intorno a Purusha, il manichino busto che mi è compagno

totem nel corso delle prove. Una creatura scaramantica

che è con me da quando è stato salvato da un amico, un anno

prima, da un abbandono in una discarica. Da quel giorno

l’ho adottato, ribattezzandolo con una croce di nastro adesivo

appiccicata sul cuore. E Purusha l’ho chiamato. Che in

sanscrito vuol dire “uomo cosmico”, “uomo primordiale”.

Uomo al di là di ogni uomo. Somma di tutti gli esseri.

Per altre info sul libro, il rimando è a:

http://cooperativapollicino.it/the-tree-factory-godot-si-e-fermato-a-san-vittore/

/ info@cooperativapollicino.it /

Stefania Cavallo

21 agosto 2019

Commenti su: "Scrigno delle emozioni e libri per l’anima" (3)

  1. Sergio Infuso ha detto:

    Grazie di cuore Stefania, Rosa noce è un romanzo-verità, una testimonianza terapeutica capace di donare le luci tenue di un’alba nuova dopo il buio di una notte tempestosa. Un abbraccio a voi tutti.

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