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close-up-van-werkruimte-met-moderne-creatieve-laptop-kopje-koffie-en-potloden-horizontaal-met-kopieerruimte_1220-1857TEMPO E LAVORO INVISIBILE

 

“uno dice c’è tempo, per quello c’è tempo poi un giorno all’improvviso capisci che il tempo non ti basterà e allora la vita intera si sposta nei binari vuoti: il suo vero senso.

Il tempo che hai speso a ricordare, immaginare, a tenere con te ostinatamente tutto quello che non c’ è”. Concita De Gregorio

 

C’è tutto un lavoro spesso invisibile e non contabilizzabile in chi si occupa di cultura e di sociale , soprattutto per chi come me è una precaria che lavora da tempo e soprattutto nel privato, senza nessuna certezza .

Le mie giornate iniziano molto presto, anche all’alba per trovare il tempo di organizzare quella che sarà la lunga giornata da affrontare, questa è un’abitudine che ho da sempre, ereditata dalla mia famiglia , da mia madre con la quale mi incontravo in cucina da giovane studentessa e per l’immancabile rito del caffè da bere insieme sempre, poi via, ognuno conosceva il proprio “dovere”, fil rouge della nostra e della mia vita.

Quando va bene, capitano anni in cui ricevi più proposte di lavoro, anche se hai seminato già da tempo e magari ne raccogli i frutti solo dopo qualche anno .

Anni in cui corri dalla mattina alla sera per riuscire a portare a casa un mezzo stipendio che sommato al mezzo stipendio (quando c’è) di quello del marito, ti fa sentire già a posto con te stessa , già meglio.

Ci sono periodi in cui si svolgono solo poche ore qui e là e , senza lamentarsi come un vero monaco zen, si va avanti lo stesso, per “resistenza” e pensi che allora sia il momento giusto per leggere, studiare, frequentare seminari, corsi per approfondire, per portarsi avanti nel tuo lavoro, perché oggi l’autoformazione deve essere un continuum un po’ in tutte le professioni , in un mondo che va avanti alla velocità della luce in tutti gli ambiti.

Questo è il momento più creativo in cui ci si trova da soli con se stessi , con la mente trafficata da molti pensieri e da consuntivi a volte dolorosi.

E poi , ad integrazione, c’è anche tutto quello che riguarda la gestione familiare , con la collaborazione del marito e un figlio adolescente a cui chiedere più collaborazione senza grande successo , dato il noto periodo oppositivo con i genitori.

C’è sempre la passione dello scrivere, come lavoro interiore e di elaborazione dell’esistente a partire da se stessi, che mi fa rubare altre ore, nei momenti più disparati della giornata.

C’è in questo momento anche l’impegno civico e politico che mi fa rubare altro tempo alla mia famiglia e ai miei affetti più cari, che in realtà condividono e apprezzano tutto questo.

C’è veramente molto altro nella giornata di chi come me sembra che abbia tanto tempo libero e magari a volte capita , e non è propriamente una scelta in quanto è il modo di affrontare il lavoro che è cambiato , almeno per quanto mi riguarda, non essendo più da tempo una dipendente , né una lavoratrice che ha un contratto a tempo indeterminato.

Poter disporre di tempo è un privilegio, dopo aver lavorato per anni seguendo superiori obiettivi aziendali  a volte  incomprensibili e non sempre condivisi.

Il concetto del tempo per chi è precario , come per chi è senza lavoro, mi segue, mi accompagna e mi interroga quotidianamente. Ne ho già scritto e qui di seguito vi ripropongo uno stralcio di un capitolo del mio libro LAVORATORI ACROBATI :

“Chi è senza lavoro intanto ha un vantaggio, ad esempio, quello di poter disporre di più tempo, vi sembra poco?

Vi ricordate quando non avevate tempo, magari eravate gli eterni “assenti” perché dovevate lavorare sino a tardi, oppure avevate la riunione, o da prendere i figli in palestra, ecc. come dice Concita De Gregorio nel suo recente e bel libro “Così è la vita. Imparare a dirsi addio”:

 “Hai presente come passano gli anni , quella illusione di senso che danno l’ordine e il dovere, una serie ininterrotta di urgenze, tu sui binari segnati e quegli altri binari che stanno di lato vuoti che uno dice c’è tempo, per quello c’è tempo poi un giorno all’improvviso capisci che il tempo non ti basterà e allora la vita intera si sposta nei binari vuoti: il suo vero senso. Il tempo che hai speso a ricordare, immaginare, a tenere con te ostinatamente tutto quello che non c’ è”.

Il tema del tempo e della sua assenza è sempre molto interessante da affrontare, da qualsiasi parte si incominci e ci interroga in diversi momenti della nostra esistenza e sicuramente richiederebbe una nostra maggiore attenzione e cura!”.

 

Stefania Cavallo

31 maggio 2018

 

 

 

 

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