Lettera ai miei studenti
9 giugno 2017
una prof “acrobata”
“Il nuovo percorso da trovare è sempre all’interno di sé” , le traceur Sébastien Foucan
Cari studenti, anche quest’anno è finito e sento il bisogno di ringraziarvi tutti.
E’ il secondo anno che svolgo con alcuni di voi , diversi programmi di francese e mi auguro di avervi fatto amare un po’ questa lingua che mi appassiona tanto.
Il senso del laboratorio cinematografico in lingua francese è stato proprio quello di sensibilizzarvi su alcune tematiche a cui il cinema francese è particolarmente legato come ad esempio quello dell’adolescenza, così come il tema dell’Olocausto e della disabilità attraverso un meno conosciuto e straordinario cinema d’autore .
Spero di avervi fatto comprendere anche un po’ di più la grammatica , con più leggerezza anche quella un po’ più ostica.
Attraverso i diversi linguaggi artistici, ho cercato di farvi conoscere alcune eccellenze francesi , personaggi che fanno grande la Francia e che esportano l’anima francese nel mondo in vari campi , dalla letteratura, al cinema, all’economia, alla cucina, allo sport e alla storia di questo paese.
Come non ricordarsi ad esempio la storia di Sébastien Foucan con la sua disciplina del “parcour” , disciplina, intensa e totalizzante, nata circa tre lustri fa in Francia e ideata, fra gli altri, dallo stesso Foucan e da un altro acrobatico parigino, David Belle?
Il nuovo percorso da trovare è sempre all’interno di sé; soltanto quando si ha davanti l’ostacolo si può immaginare come saltarlo o aggirarlo, in un modo che non è mai uguale al precedente. In questo senso, il Parkour diviene a tutti gli effetti una filosofia di vita, un modo per riappropriarsi di uno spazio urbano alieno e non identitario, conferendogli senso e umanità. Un’arte, quella dei “traceurs” , che non poteva nascere che all’interno dei cosiddetti “non luoghi”.
Spero di avervi fatto comprendere e amare gli autori e i testi della letteratura francese , arricchendo il vostro vocabolario ma soprattutto avendovi incuriosito alle loro vite, al loro pensiero e al loro modo di pensare ad un mondo migliore come col “Candide” di Voltaire.
Vita, Cultura e Istruzione sono legate tra loro e le ultime due vanno alimentate continuamente.
Mi auguro che tutto questo vi sia arrivato in maniera stimolante, a volte allegra e rispettosa per ciascuno di voi, senza mai tediarvi molto e creando le basi per farvi apprezzare in maniera nuova e piacevole questa lingua europea ancora molto usata , parlata e tutt’altro che in via di estinzione .
Abbiamo parlato di “lettura” , oltre che di “letteratura”, in maniera molto approfondita, grazie allo scrittore ed ex-insegnante Daniel Pennac e vorrei chiudere questa mia lettera con alcune sue parole e con l’augurio che vi arrivino con grande affetto e simpatia :
“ L’uomo si costruisce delle case perché sa che è vivo, ma scrive libri perché sa che è mortale. Abita in gruppo perché è gregario , ma legge perché sa che è solo. Questa lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun altro, ma che nessun’altra compagnia saprebbe sostituire. Non gli offre nessuna spiegazione definitiva sul suo destino ma tesse una rete di connivenze tra la vita e lui. Infime e segrete connivenze che raccontano la paradossale felicità del vivere allo stesso modo in cui illuminano l’assurdità tragica della vita. In maniera che le nostre ragioni di leggere siano strane come le nostre ragioni di vivere. E niente sia autorizzato nel reclamarci dei conti su questa intimità “ (mia traduzione da “Comme un roman”, Daniel Pennac)
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